Marco Belinelli

Settimana di alti e bassi per i San Antonio Spurs che nelle tre partite casalinghe giocate hanno chiuso con 2 vittorie e 1 sconfitta, non convincendo pienamente soprattutto contro una delle dirette rivali dei piani alti della Conference (sono 0-2 con Blazers e Thunder). Ancora privo di Danny Green, coach Gregg Popovich si affida a Manu Ginobili in quintetto con Marco Belinelli primo cambio dalla panchina. Il Beli continua nel suo mese di gennaio da favola (15.7 punti, 56% da 3, 3.1 rimbalzi e 3.1 assist) e anche da cambio dell’argentino da il suo contributo, soprattutto nell’ultima frazione contro gli Utah Jazz, grazie ad una importante tripla e a 4 liberi consecutivi negli ultimi 17” che ricacciano indietro il tentativo di rimonta della squadra di Corbin. La striscia di 6W consecutive della compagine texana si infrange però contro i Portland Trail Blazers che infliggono agli Spurs la nona sconfitta di stagione, la sesta all’AT&T Center, in una partita in cui per l’occasione Popovich rilancia Belinelli in quintetto. Purtroppo il 1°tempo di Marco non è da incorniciare frutto di soli 4 punti con 1/4 al tiro e ben 3 perse. Il Beli torna a produrre nel 3°quarto quando San Antonio si rifà sotto trainata da un Ginobili incontenibile e anche nell’ultima frazione Marco trova prima un difficile layup, poi una tripla per provare l’ultimo assalto, chiudendo un buon 2°tempo con 10 punti (4/7 al tiro) e 2 assist. Ben più agevole la vittoria interna contro i Bucks, attualmente la peggior squadra NBA, nonostante importanti assenze, tra gli ultimi anche Tony Parker per un colpo subito alla tibia, oltre a Bonner, Green e Splitter. Popovich parte con Cory Joseph in cabina di regia, con Marco ancora sg titolare e in una partita senza storia Belinelli chiude con un 5/8 al tiro (2/3 dall’arco) per 14 punti a cui aggiunge anche 3 rimbalzi e altrettanti assist. Per Belinelli si tratta della settima partita consecutiva in doppia cifra, anche se Marco, intervistato a fine partita dalla Gazzetta, non tende a farci caso: “Più che guardare la singola partita, cerco di essere sempre costante, cerco di essere aggressivo in attacco e in difesa, mi trovo benissimo a San Antonio, ho più fiducia nei miei mezzi, nei compagni, nello staff tecnico, sono più concentrato”.

Andrea Bargnani

Dopo un ottimo inizio dell’anno i New York Knicks sembrano aver ripreso il trend dei primi mesi di regular season chiudendo la settimana con 3 sconfitte che aggiornano il conto a 4L di fila. In questa complicata situazione continua il periodo di involuzione tecnica di Andrea Bargnani che nonostante alcune sporadiche fiammate sta vedendo gradualmente ridotto impiego e impatto (in calo media punti, percentuale dall’arco e in aumento le perse). Contro gli Indiana Pacers e nel back to back contro i Los Angeles Clippers, Andrea viene schierato in quintetto come power forward al fianco di Tyson Chandler, ma a parte un piccolo spezzone di primo e terzo quarto contro la squadra californiana, è sempre più netto che a livello di spaziature e adattamenti la frontline dei Knicks così strutturata è in grossa difficoltà. Infatti il trio formato da Anthony, Bargnani e Chandler parametrato su 100 possessi produce 98.5 punti (offensive ratinge) a scapito di 121.2 subiti (defensive rating). Se contro i Pacers Andrea sparisce rapidamente dal match chiudendo con 6 punti (3/9 al tiro) e 7 rimbalzi, contro i Clippers, viste anche le assenze di Kenyon Martin e Amar’e Stoudemire per problemi alla caviglia, il Mago gioca tanto e parte con due buone conclusioni dalla media, segnando 6 dei primi 12 punti dei Knicks. Il suo contributo scema con ben 6 conclusioni consecutive fallite e 3 perse, tornando a farsi sentire solo nella ripresa con qualche buon movimento fronte a canestro e con una stoppata su Griffin, riportando il suo tabellino in doppia cifra e aggiungendo anche 6 rimbalzi. Nel derby contro i Nets però Mike Woodson decide di mescolare le carte schierando il rientrante Pablo Prigioni in quintetto, quindi doppio playmaker, sacrificando così Andrea, e schierando Melo da 4 al fianco di Chandler. Brooklyn domina sin dalla palla a due anche grazie ad una difesa dei Knicks sempre più molle, da errori banali a transizioni difensive lente e inconcludenti. Andrea dal canto suo non ci mette la giusta intensità in nessuna delle due metà campo e viene spesso fischiato dal pubblico di casa, tra errori sui cambi difensivi, aiuti mancanti e scarsa protezione del pallone, chiudendo con 5 punti (2/6 dal campo) e 3 perse in appena 19′.

 

Luigi Datome

La crisi in casa Detroit Pistons è lontana dall’essere superata e contro gli Utah Jazz arriva la tredicesima sconfitta stagionale al Palace Of Auburn Hills. Continua il duro periodo per Gigi Datome che dopo due DNP consecutivi torna a trovare posto sul parquet, ancora una volta solo negli ultimi 5 ininfluenti minuti con i Pistons sotto di 23 lunghezze. Gigi riesce anche a mettere a referto 4 punti frutto di un buon movimento spalle a canestro e giro sul perno con tiro in sospensione e di due liberi dopo aver preso posizione in post, ma tutti nell’ultimo minuto di gioco con i titoli di coda in bella vista. La cosa che più preoccupa è che ormai Datome è considerato come ultima riserva disponibile, infatti contro i Jazz entra per ultimo, con Charlie Villanueva che trova spazio nel primo tempo, Josh Harrellson già nel 3° quarto e Jonas Jerebko ad inizio ultimo quarto. La vittoria per la squadra di Maurice Cheeks torna il giorno seguente al Verizon Center di Washington e nell’occasione Cheeks accorcia ancor più le rotazioni mandando in campo dal pino solo Rodney Stuckey, Will Bynum e Kyle Singler e riuscendo a portarla a casa solo negli ultimi minuti. La settimana si chiude a Detroit contro i Los Angeles Clippers con un’altra dura sconfitta che fa precipitare i Pistons fuori dalla zona playoff. Ancora un DNP per Datome, il quinto nelle ultime sette giocate con Cheeks che tiene ancora le rotazioni piuttosto corte, concedendo una breve apparizione ad Harrellson solo nel primo tempo e pochi secondi a Jerebko.

 

Danilo Gallinari

La brutta notizia delle ultime ore riguarda il “Gallo”, che, come già segnalato nella nostra NBA Breaking News, è stato costretto a sottoporsi ad un nuovo intervento chirurgico al ginocchio. Stavolta, anziché ricorrere alla tecnica nota come “healing response”, innovativa ma rivelatasi insufficiente per dare stabilità all’articolazione, è stato ricostruito il legamento crociato anteriore di Danilo, che ora dovrà prendersi il tempo necessario per il recupero. E dunque potrà tornare in campo solo dalla prossima stagione. Un brutto colpo per lui, ma anche per i Denver Nuggets.