Chauncey Billups (foto Getty)

BILLUPS NON SI ARRENDE – Vittoria beffarda quella dei Clippers su Orlando, perché ha lasciato in eredità alla squadra di Del Negro il grave infortunio di Chauncey Billups. Ne abbiamo già parlato nella precedente edizione di NBA News, la caduta senza scontri né contatti, le sensazioni da subito pessime e la risonanza magnetica di ieri è stata impietosa: rottura del tendine d’Achille sinistro, che significa stagione finita e carriera in serio pericolo. Ma di quest’ultima ipotesi il 35enne Billups, che stava vivendo un grande campionato rivelandosi addizione azzeccata dai Clippers, non vuole neppure sentire parlare: “Tornerò – ha detto – Non finirò così. Non mi ritiro. Questa è stata la storia di tutta la mia carriera, recuperare, reagire, lottare. Giocherò ancora. Mi vedrete ancora in campo, senza alcun dubbio”. Purtroppo per lui il suo rientro sarà complicato anche dalla situazione contrattuale, visto che sarà free agent a fine stagione. Convocato anche per il training camp della nazionale in vista delle Olimpiadi di Londra, Jerry Colangelo non ha in programma di sostituirlo anche se difficilmente sarà disponibile.

Paul Pierce (foto Getty)

PIERCE SUPERA BIRD – Con i 15 punti segnati nella vittoria sui Bobcats, Paul Pierce è diventato il 2° miglior realizzatore ogni epoca nella storia dei Celtics. “Double P” ha raggiunto la ragguardevole cifra di 21797 punti, scavalcando nientemeno che Larry Bird, fermatosi a 21791. Aveva bisogno di soli 10 punti, e nel 1° tempo i compagni hanno chiaramente giocato molto per lui, ma gli ultimi 3 sembravano non arrivare mai: il momento è giunto all’inizio del 3° quarto ed è potuta partire la celebrazione. “E’ stato un vero sollievo. Negli ultimi giorni c’era molta pressione attorno a me – ha detto Pierce, ad un assist e due rimbalzi dalla tripla-doppia – continuavo a sentire questa cosa, ma dovevo concentrarmi sulla partita da giocare. Essere paragonati a certi nomi ed essere nella storia di questa franchigia è davvero un grande onore”. Il top scorer “all-time” di Boston rimane John Havlicek, saldamente in testa a quota 26395 punti. “Penso che i tifosi preferirebbero un altro titolo piuttosto che vedermi superare Hondo” ha commentato Pierce.

GALLINARI, CI VORRA’ UN MESE – Lo stivaletto rigido gli immobilizzerà la caviglia per diversi giorni e le stampelle lo aiuteranno a camminare, anche se non ci è abituato. Ma, tutto sommato, le ultime notizie relative all’infortunio di Danilo Gallinari sono parzialmente positive, perché la scheggiatura ossea rivelata dalle prime radiografie si è scoperto essere stata causata da un vecchio infortunio, forse addirittura precedente all’approdo nella NBA. “Non mi ricordo quando è successo e cosa possa averlo causato, ma questo è stato il responso dei medici. Ed è meglio così. Speravo in una diagnosi del genere, perché almeno il recupero sarebbe stato più rapido” ha detto Danilo. Il vero problema resta dunque la seria distorsione alla caviglia subita finendo sul piede del rookie dei Rockets, Chandler Parsons. Ci vorrà un mese, tornerà a marzo. Ed è una buona notizia anche per i compagni: “Abbiamo bisogno che torni presto perché è una parte importante della nostra squadra, è alto, sa andare a canestro e creare con la palla in mano. Speriamo stia meglio in tempi brevi” ha commentato Ty Lawson. George Karl ha detto che sarà Corey Brewer, appena tornerà dal funerale del padre, a prendersi gran parte dei minuti di Gallinari: “Penso che potremmo vederlo per almeno 20 minuti. Merita quest’opportunità. Ma per gli altri 10 o 15 tutti dovranno essere pronti a giocare”.

ARBITRI, DECISIONE SBAGLIATA – La NBA ha comunicato ufficialmente che gli arbitri di Portland-Oklahoma City hanno sbagliato un fischio nel finale della gara, su un’azione che ha avuto un peso decisivo sul risultato. LaMarcus Aldridge ha visto fischiarsi interferenza sul layup di Kevin Durant: solo con questa chiamata, a 6″ dal termine, i Thunder hanno pareggiato, per poi vincere al supplementare. I tifosi del Rose Garden hanno accompagnato l’uscita dal campo degli arbitri Scott Foster, Eric Lewis e Matt Myers con una sonora contestazione. “Sfruttando il replay rallentato al termine della gara, è stato possibile determinare che Aldridge ha toccato il pallone subito prima che questo impattasse contro il tabellone. Di conseguenza questa sarebbe dovuta essere una stoppata corretta, mentre l’interferenza è stata una chiamata errata” è stato il comunicato diffuso dalla NBA. Va ricordato che gli arbitri non possono usare l’istant replay su situazioni di questo genere. Ma la cosa non è andata giù a coach McMillan (“Era una stoppata pulita. La gara doveva finire lì”) né allo stesso Aldridge. “Il fischio è arrivato dall’arbitro più lontano dal canestro, questa cosa è abbastanza interessante” ha commentato sarcasticamente il prodotto di Texas che ha così visto vanificare il season-high da 39 punti.

Kendrick Perkins (foto AP)

PERKINS CONTRO JAMES – Finito dalla parte sbagliata del poster nella clamorosa schiacciata di Blake Griffin che in molti hanno definito tra le migliori di tutti i tempi, Kendrick Perkins non abbassa il proprio livello di combattività: “Se mi troverò nella stessa posizione, nella stessa rotazione, salterò ancora. Non ho paura. Un sacco di persone temono le umiliazioni o non sanno come gestire situazioni di imbarazzo, invece io non mi preoccupo. E’ il mio lavoro. Come mi guarderebbero i compagni se la prossima volta facessi un passo indietro e lo lasciassi schiacciare? Sarebbe una mossa da codardo” ha detto Perkins, che ha manifestato rispetto per Griffin che non ha fatto spettacolo o gioito esageratamente dopo la schiacciata. Invece non ha apprezzato molto, tra i tanti che hanno commentato la giocata su twitter, LeBron James, che l’ha definita la schiacciata dell’anno, tale da far scendere al numero 2 la sua saltando sopra John Lucas. Perkins, a tal proposito, è stato pungente ma molto chiaro: “Non vedi i tweet di Kobe Bryant, né di Michael Jordan. Se sei un giocatore di altissimo livello, giocate come quella non ti esaltano. I giocatori che lavorano per vincere i campionati non si preoccupano di un’azione. Penso solo che sia uno che cerca di attirare l’attenzione e vuole essere apprezzato dal mondo”.

Steve Nash segna il canestro decisivo a Milwaukee (foto AP)

BUON COMPLEANNO STEVE – Steve Nash ha festeggiato alla grande il 38esimo compleanno: dando l’impressione che il tempo per lui si sia fermato, è andato a segnare il layup della vittoria dei suoi Suns a Milwaukee a 5″ dal termine. La gara è stata anche la prima occasione di ritorno “a casa” di Michael Redd, per la prima volta contro i Bucks da avversario. Uscendo dalla panchina, Redd è stato utile con un grande secondo quarto alla causa di Phoenix. “E’ tutto diverso. Strano, bizzarro, nervoso. Ma una volta che entro in campo, tutti i problemi si allontanano” ha detto l’ex Bucks, che ha manifestato le strane sensazioni nel pre-gara per essere stato in hotel, anziché a casa a Milwaukee, come è stato abituato a fare per 11 anni.