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Cleveland Cavaliers – LeBron e compagni sembrano davvero essere partiti col piede giusto in questi Playoffs 2015. Le preoccupazioni più grandi derivavano dalla forte inesperienza di tanti elementi principali del roster dato che Love, Irving e Thompson sono tutti e tre alle prime armi con la post-season. Se era da loro che si cercavano risposte, sicuramente il primo a dare un riscontro positivo è stato l’ex Duke che sta disputando fino a qui una serie di altissimo livello come se giocare i Playoff fosse stato sempre il suo mestiere. Irving ha attualmente accumulato in due partite 28 punti di media tirando con il 48,7% dal campo e con il 47% da 3 punti spazzando via di fatto tutti i dubbi che si potevano avere sul suo rendimento in post-season e confermandosi giocatore di livello eccelso. Oltre all’inesperienza del roster preoccupava la difesa ballerina dei Cavs. Queste due gare di Playoff ci hanno invece parlato di una Cleveland molto più attiva sulle palle vaganti(6,5 rubate a partita) e più solida in fase di protezione del ferro (7,5 stoppate a gara).

Kyrie Irving in gara 1

Kyrie Irving in gara 1

Tuttavia bisogna anche ricordare che i Boston Celtics non sembrano costituire una minaccia particolarmente preoccupante e peccano di molta inesperienza, fattori che sicuramente gonfiano le statistiche dei Cavs che mostrano ancora molte lacune specialmente nella difesa uno contro uno che regge poco e li costringe a continue rotazioni dalle quali concedono troppi canestri facili. Questi problemi si pagheranno sicuramente in maniera più salata contro squadre più attrezzate. Cleveland, specialmente in gara 1, si è affidata al grande estro e talento di Irving e James per costruire il parziale che gli ha fatto prendere in mano la partita, senza poter contare su una difesa solida e costante. Sicuramente il livello di talento e le svariate opzioni offensive a disposizione di coach Blatt hanno pochi eguali nella lega, ma nell’altra metà campo qualcosa deve cambiare per poter fare il salto di qualità. Intanto LeBron sta dettando la via da seguire ai suoi compagni e sta operando in prima persona per sottolineare l’importanza della difesa (6 rimbalzi, 1,6 recuperate, 0,7 stoppate a gara) mentre in attacco si può dire che ha ancora le marce basse, più orientato a coinvolgere i compagni (7,4 assist a partita) pur non facendo mancare il suo apporto offensivo (25,3 punti con il 48,8% dal campo).

Houston Rockets – La squadra del Barba la sta sicuramente facendo da padrona nel derby texano oltre ad essere la squadra più prolifica della lega al momento con 114,5 punti a partita. I Rockets arrivavano a questi Playoff già parecchio carichi, freschi del ritorno di Dwight Howard che ha avuto il tempo e le partite necessarie in regular season per arrivare anche lui pronto alla post-season. Con lui Houston ha recuperato un’ancora difensiva che si sta rivelando cruciale (8,5 rimbalzi e 3,5 stoppate per l’ex Orlando) e che la porta a concedere solo il 41% dal campo al suo avversario, dato tra i migliori della lega. Howard sta inoltre facendo sentire la sua presenza in attacco con 15.8 punti di media tirando con il 62,5% dal campo e con un sorprendente 69,2% ai liberi. Ovviamente poi tutto passa per le mani del loro leader James Harden che sta confermando le fantastiche prestazioni ammirate in regular season. Va però sottolineato che Il Barba sta tirando con percentuali per nulla positive dato il 32,1% dal campo ed un misero 22,2% da tre punti.

James Harden e Dwight Howard hanno guidato i Rockets alla vittoria (Foto: scoopnest.com)

James Harden e Dwight Howard hanno guidato i Rockets alla vittoria (Foto: scoopnest.com)

La sua straordinaria capacità di subire fallo però lo ha già portato a tirare ben 30 tiri liberi nelle due gare con Dallas e considerando che li sta realizzando con il 93,3% è facile intuire come il numero 13 riesca sempre e comunque a rimanere una costante minaccia per le difese con 24 punti di media. Differentemente a quanto si potrebbe pensare dati i tanti isolamenti per il candidato MVP, Houston è insieme a Golden State la squadra che dispensa più assist a quota 25,5, sintomatico di un attacco che ha imparato a sfruttare molto bene le ovvie attenzioni che le difese dedicano a Harden. Il tutto supportato da una difesa che come detto rende la vita molto difficile agli avversari e che è in grado di produrre 7 stoppate e 8 recuperi a partita che permettono ai Rockets di esplodere in campo aperto dove si confermano una delle migliori squadre di questi Playoff. La determinazione dei ragazzi di coach McHale è molto alta e hanno imboccato la strada giusta.

Chicago Bulls – Non è un mistero che le squadre di coach Thibodeau costruiscano i propri successi sulla solidità difensiva. Se andate a vedere la classifica dei migliori rimbalzasti di questi Playoffs troverete il nome di Joakim Noah a quota 15, mentre poco sotto al terzo posto gli fa compagnia Pau Gasol con 14,5. Dati comunque da prendere con le pinze visto che si riferiscono alle sole due partite disputate per ora, ma se il buongiorno si vede dal mattino… Quello però che sta facendo più notizia è il ritorno nella post-season di Rose dopo un’astinenza che durava dall’ormai lontano e memorabile 2012. Da quell’infausto anno i dubbi riguardo al playmaker da Memphis si sono sprecati e la forma fisica non è mai tornata quella di un tempo. Anche alla vigilia di questi Playoffs non si sapeva cosa aspettarsi da Rose che invece ha stupito tutti e sta macinando un ottimo basket(23 punti con 7 assist in gara 1 e 15 punti con 9 assist in gara 2).

Butler e Rose stanno trascinando i Bulls nei Playoffs

Butler e Rose stanno trascinando i Bulls nei Playoffs

Il numero 1 dei Bulls ha notevolmente migliorato la meccanica di tiro e questo fattore gli giova molto in quanto non avendo magari l’esplosività di una volta sta comunque riuscendo a costituire un pericolo per gli avversari anche dalla lunga distanza. Il vero motore di Chicago però è uno straordinario Jimmy Butler che ha guidato i suoi in gara 1 con 25 punti ed ancor più in gara 2 con 31. Sembra che lo stop per infortunio non lo abbia minimamente scalfito e sta giocando con un’aggressività ed una fiducia impressionante nei propri mezzi. Oltre a lui ovviamente il successo dei Bulls è dovuto ad un gruppo estremamente coeso, con punti di riferimento molto chiari e delle idee di gioco molto solide, riuscendo a bilanciare la giusta dose di esperienza ed atletismo oltre ovviamente ad una fortissima determinazione.

DOWNS

Toronto Raptors – Dopo un inizio stagione molto promettente, in Canada si è assistito ad un repentino calo di prestazioni  dopo la pausa All Star Game che purtroppo per la franchigia del grande Nord sembra non essere ancora terminato. Sono lentamente scivolati a suon di sconfitte nel ranking della Eastern Conference fino ad aggiudicarsi l’accoppiamento probabilmente più scomodo con gli Washington Wizards. Pur avendo il fattore casa dalla loro parte e con una nazione intera pronta ad accompagnarli, i Raptors hanno perso malamente le prime due gare casalinghe del primo turno facendosi travolgere dall’agonismo di Wall e dall’esperienza di Pierce che già l’anno scorso li aveva messi in difficoltà con la maglia dei Nets. Ci si aspettava oggettivamente di vedere una Toronto più pronta per questa post-season ma soprattutto più agguerrita specialmente sul proprio parquet. Non è un caso che alle grosse difficoltà in termini di fluidità di gioco si affianchi l’enorme calo di rendimento del barometro Kyle Lowry.

Kyle Lowry in difficoltà nella serie contro i Wizards.

Kyle Lowry in difficoltà nella serie contro i Wizards.

Le sue cifre al momento parlano per lui : 6,5 punti contro i 17 abbondanti della regular season, 25% dal campo, nessun tiro da tre segnato sui solo 3 tentati, 50% ai liberi avendone tentati solo 6 e solamente 4 assist a fronte dei 7 a gara che era in grado di distribuire nel corso della stagione. A preoccupare più di tutti però è il dato di 5 falli di media a gara che lo ha costretto a sedersi in panchina per lunghi di tratti di entrambe le gare. Come se non bastasse il playmaker ex Houston ha rimediato un brutto colpo alla gamba nel finale di gara 2 che lo ha costretto ad abbandonare il campo, augurandosi che non sia nulla di grave. Non c’è molto da dire sulle deludenti prestazioni dei Raptors che senza il loro regista fanno davvero fatica a tenere testa ad una Washington molto attrezzata e determinata. Nonostante un Vasquez che sta facendo di tutto per non far sentire eccessivamente la mancanza del numero 7, Derozan e Valanciunas non possono farcela senza che Lowry torni a giocare la sua pallacanestro e quella dei Raptors ai quali comunque servirà una non piccola dose di orgoglio e forza per ribaltare questa serie.

Dallas Mavericks – Accoppiamento non facile per i Mavs che però alla vigilia dei Playoffs erano ben consapevoli che la strada sarebbe cominciata in salita con qualsiasi combinazione gli fosse toccata. Il derby tutto texano li vede particolarmente in difficoltà anche grazie alle brutte percentuali accumulate nelle due gare che li vedono tra le squadre peggiori della lega (30,8% da 3 e 41% dal campo). Anche gli assist di squadra (16,5) sono tra i dati più bassi di questi Playoffs. Di vitale importanza il rendimento e la costanza offensiva di Ellis per i Mavs , ed effettivamente l’ex Golden State non sta facendo mancare il suo apporto con i suoi 20 punti a partita. Quello che sta mancando e che sta facendo la differenza è la transizione difensiva di Dallas che risulta troppo lenta per stare dietro alle fiammate di Houston e che le sta costando grossi parziali subiti che diventano poi difficili da recuperare.

Rondo fatica a trovare ritmo contro Houston

Rondo fatica a trovare ritmo contro Houston

Altro giocatore molto atteso era Rajon Rondo che continua a non esplodere, nonostante abbia decisamente migliorato le percentuali (45% dal campo) e aumentato leggermente l’apporto di punti con 9,5, le sue prestazioni in cabina di regia sono decisamente calate : solo 3 assist di media a fronte dei quasi 11 di media nella stagione, 1 solo rimbalzo contro i 7,5 stagionali e ancora zero palle rubate in questa serie iniziale di Playoffs 2015. Sicuramente la serie è ancora lunga e ora si va a Dallas dove la musica sarà diversa, in più Rondo è giocatore esperto e avvezzo al clima della post-season, ma di sicuro se il suo rendimento non dovesse salire di colpi difficilmente i Mavs potranno avere grosse speranze di sconfiggere i Rockets.

Portland Trailblazers – Il loro problema l’anno scorso era stato l’insufficiente apporto dalla panchina a fronte di un quintetto base davvero invidiabile. Anche quest’anno la musica non è cambiata molto anche se bisogna ammettere che la sfortuna ha bussato più volte in casa Portland costringendola a perdere qualche giocatore importante a causa infortunio. Afflato ancora assente dopo aver provato ad assaggiare il campo nel riscaldamento di gara 2 e come lui anche Kaman. Nonostante questi alibi l’inizio di Playoff dei Trailblazers non ha dato molti segnali positivi. Aldridge ha disputato due sontuose partite e considerando che deve vedersela ogni sera contro due giganti come Gasol e Randolph bisogna proprio dire che LA sta facendo il suo. Batum è stato molto assente e incostante per tutta la stagione e non sta dando molte certezze a coach Stotts. Forse però quello che più manca è la leadership e la capacità di decidere le partite di Damian Lillard (solo 14 punti in gara 1 e 18 in gara 2), il tutto considerando che sta giocando contro un Conley debilitato da un infortunio al piede e quindi non al pieno della forma.

Lillard fatica molto a trovare ritmo contro Memphis

Lillard fatica molto a trovare ritmo contro Memphis

L’ex Rookie of the Year sta faticando non poco soprattutto a trovare le sue conclusioni da lontano e questo fa sì che la difesa sia ad aspettarlo in area costringendolo a tiri molto difficili. La fisicità e la tenace difesa di Memphis sta facendo giocare davvero male i Trailblazers che come detto riescono a trovare poche risorse dalla panchina (in gara 2 la panchina di Portland a prodotto solo 16 punti rispetto a quella dei Grizzlies che ne ha prodotti il doppio). Emblematica la gara uno fortemente determinata da un grandissimo Udrih da 20 punti, 7 rimbalzi e 7 assist in uscita dalla panchina al quale Stotts ed i suoi non hanno trovato risposte. Ora la serie sul 2-0 si sposterà a Portland, noto ambiente particolarmente caldo e temuto dagli ospiti. La gente dell’Oregon deve augurarsi che il loro All Star Lillard alzi il livello del proprio gioco e torni a indossare le vesti del trascinatore che aveva mostrato lo scorso anno.

 


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