La crescita della percentuale dai tre punti di Chandler Parsons evidenzia un altro aspetto su cui il giocatore sta migliorando

La crescita della percentuale dai tre punti di Chandler Parsons evidenzia un altro aspetto su cui il giocatore sta migliorando

Rispetto a due settimane fa le sconfitte in casa San Antonio Spurs sono triplicate, ma a dir la verità passare da una a tre partite perse in stagione non è un segnale particolarmente preoccupante per coach Popovich, soprattutto se queste due sconfitte arrivate ultimamente sono capitate contro due squadre di sicuro valore come i Thunder e i Rockets. Contro questi ultimi è stato espugnato anche per la prima volta l’AT&T Center. La partita rinviata per un principio d’incendio contro i Timberwolves, da giocarsi a Città del Messico, non ha contributo a farci capire se questi passi falsi fossero da analizzare singolarmente oppure se il periodo attuale di forma degli Spurs sia in leggero calo rispetto al primo mese di stagione. Di certo non è in calo il rendimento del nostro Marco Belinelli, che si sta sempre più dimostrando come un’acquisto azzeccato per San Antonio, viaggiando in questo ultimo periodo a 13.3 punti di media in soli 23.1 minuti, tirando con il 55.6% dal campo. Un altro cresciuto esponenzialmente, dopo un inizio di stagione vissuto col freno a mano tirato, è stato l’immortale Tim Duncan, assoluto protagonista dell’ultima vittoria di San Antonio contro i malcapitati Hawks: il due volte MVP ha piazzato una doppia doppia pazzesca da 23 punti e 21 rimbalzi mettendo anche il canestro della vittoria.

Le inaspettate sconfitte contro Utah e Phoenix hanno un po’ minato queste due settimane degli Houston Rockets, che altrimenti sarebbero stati assolutamente perfetti. Coach McHale può comunque sorridere perché gli scalpi di squadre come Memphis, Atlanta, Brooklyn, San Antonio e Golden State dimostrano che i meccanismi stanno iniziando a girare a dovere. Howard fatica ancora ad essere un fattore dominante in fase realizzativa, ma questo probabilmente importa anche poco alla squadra che ha al momento il miglior attacco della Lega e può contare su diverse bocche da fuoco tra gli esterni. Uno di questi è sicuramente Chandler Parsons che continua a stupire soprattutto per i progressi che compie ogni anno: in queste ultime due settimane ad esempio ha tirato con il 51.6% da tre punti, con il picco del 6/6 contro i Nets; da segnalare poi che il giocatore è mancato proprio nelle uniche due battute d’arresto dei Rockets, a dimostrazione dell’importanza di Parsons negli equilibri di McHale. Ultimamente i Rockets hanno ricominciato anche a guardarsi attorno per liberarsi di Asik e l’ultima voce a riguardo parlerebbe di un possibile scambio con i Thunder per arrivare a Ibaka.

Periodo di lieve calo per i Dallas Mavericks invece, che, con 3 vittorie e 4 sconfitte, in queste due settimane hanno perso alcune posizioni nella Western Conference. Nulla di preoccupante al momento per Nowitzki e soci, anche se le sconfitte nel finale contro Denver e Atlanta è indubbio che abbiano bruciato. Le ultime vittorie contro Charlotte e New Orleans hanno però rivitalizzato la situazione e per coach Carlisle attualmente c’è davvero poco di cui lamentarsi. Il quintetto funziona bene ed appare sostanzialmente equilibrato, con Calderon a condurre le danze, Ellis e Nowitzki a finalizzare e Marion e Dalembert a pensare maggiormente al lavoro sporco. Dalla panchina inoltre Carter si sta dimostrando assai efficace e Blair si sta riscoprendo dopo gli ultimi anni di panchina a San Antonio. Insomma, se la stagione di Dallas dovesse continuare su queste linee Cuban avrà di che essere soddisfatto.

L'infortunio di Marc Gasol è davvero un brutto colpo sulla stagione dei Grizzlies

L’infortunio di Marc Gasol è davvero un brutto colpo sulla stagione dei Grizzlies

Continuano a zoppicare i Memphis Grizzlies a cui, ai problemi d’inizio stagione che avevamo decritto due settimane fa, s’è aggiunto il pesantissimo infortunio di Marc Gasol, che rischia di compromettere la prima parte di Regular Season della squadra di coach Joerger. Nell’ultima batosta in casa contro i Clippers s’è subito capito quale fosse il margine di cambiamento che ha questa squadra senza il suo totem in area: se nella partita del 18 novembre i Grizzlies avevano espugnato lo Staples Center con Randolph e Gasol a dominare (come spesso gli capita) due lunghi dalle gravi pecche difensive come Griffin e Jordan, il 5 dicembre al FedEx Forum la musica è stata ben diversa, con Randolph incapace d’incidere come suo solito e il pur generoso Koufos che non è assolutamente bastato. I Grizzlies dovranno ora cercare nuovi equilibri, magari sfruttando ancor di più le buone potenzialità che hanno in panchina, da dove escono giocatori come Bayless e Pondexter.

Una situazione simile l’hanno vissuta anche i New Orleans Pelicans: dopo aver ammirato l’inizio di stagione straordinario di Anthony Davis ora infatti gli uomini di coach Williams sono costretti a farne a meno per almeno un mese. Le conseguenze dello stop di Davis sono ancora difficili da valutare visto che l’infortunio è fatto assai più recente rispetto a quello del suo pariruolo Gasol, ma contro Dallas e Oklahoma City sono comunque arrivate due sconfitte che hanno catapultato i Pelicans nuovamente sotto il 50% di vittorie. Il talento nel roster di Monty Williams non manca sicuramente e soluzioni offensive differenti si riusciranno a trovare abbastanza facilmente, ma la presenza difensiva che dava il miglior stoppatore del campionato è difficilmente replicabile ed è probabile che nella propria metà campo la squadra nelle prossime settimane soffrirà veramente tanto.

HOT – Nelle ultime quattro gare James Harden ha viaggiato a 29 punti di media (ritoccando il massimo stagionale con i 37 della partita contro Utah), tirando col 47.5% dal campo e distribuendo anche 5 assist di media. La punta di diamante del miglior attacco in NBA è sicuramente lui.

NOT – Fra gli esterni Memphis non ha particolari bocche da fuoco ed è anche per questo che coach Joerger forse s’aspetterebbe di più da Jerryd Bayless che invece finora sta producendo una stagione molto deludente da 6.5 punti e il 34% dal campo con appena 1.8 assist smazzati a partita.

ON FIRE – Ci ripetiamo volentieri per sottolineare nuovamente l’incredibile prova offerta da Tim Duncan contro gli Hawks aggiungendo anche che con questa prestazione il caraibico è diventato il più vecchio giocatore in NBA ad aver chiuso una partita con almeno 20 punti e 20 rimbalzi.

NUMBERS – Il primo posto nella Lega di Marco Belinelli nella percentuale al tiro da tre punti (con il 56.3%) oltre ad inorgoglirci ci fa ancora più pregare affinché la Fiba ci conceda una wild card al prossimo Mondiale.

INJURIES – Ne abbiamo già parlato: le assenze di Gasol e Davis rischiano seriamente di minare questa prima parte di stagione di Memphis e New Orleans. Per il primo si parla di uno stop che potrebbe arrivare fino a 10 settimane, mentre il secondo dovrà stare fermo ‘solamente’ dalle 4 alle 6 settimane.