Con il ritorno di Gasol il futuro di Memphis appare ben più roseo

Con il ritorno di Gasol il futuro di Memphis appare ben più roseo

Non s’arresta la corsa dei San Antonio Spurs, che va oltre ad un titolo divisionale che al momento Houston sembra proprio non poter insidiare e punta decisamente alla leadership della Western Conference (ma anche il miglior record della lega, attualmente degli Indiana Pacers non è lontano). In quest’ottica potrebbe aver pesato la sconfitta di questa notte contro i Portland Trail Blazers, che insieme ai Thunder sta lottando per soffiare la testa della classifica dell’Ovest agli Spurs. Sinceramente però c’è ben poco da criticare, visto che il team di Popovich veniva da due settimane caratterizzate solo da vittorie (6 consecutive). Al momento quindi la maggiore preoccupazione i tifosi di San Antonio l’hanno individuata in un’infermeria sin troppo affollata. In questo ultimo periodo si sono dovuti fermare, nell’ordine, Splitter, Green e Bonner. Ma di questo ne parleremo approfonditamente più avanti.

Provano invece a difendere il secondo posto divisionale dagli attacchi dei Mavs gli Houston Rockets, i quali vengono da un buon periodo caratterizzato da 4 vittorie e 2 sconfitte. Le vittorie sono arrivate tutte con squadre con record negativi (Lakers, Wizards, Celtics e Pelicans), ma non per questo valgono meno in termini di classifica. L’unico segnale preoccupante percepito è stato il secondo tempo giocato contro i Thunder nell’ultima partita disputata: dopo aver chiuso a +14 alla pausa lunga gli uomini di McHale sono tornati in campo con una faccia completamente diversa, andando alla fine a perdere il match per 104-92. La nota più positiva di questo periodo è invece stato sicuramente il rendimento di Terrence Jones, probabilmente la nuova scoperta dei Rockets dopo il già affermatissimo Chandler Parsons.

Continua la buonissima stagione dei Dallas Mavericks che, dopo aver chiuso queste due settimane con 5 vittorie e 3 sconfitte, scala una posizione nella Conference superando i Suns e prova ad insidiare Warriors e Rockets, distanti rispettivamente una e due partite. Nelle gare giocate in questo periodo ne spuntano due che mostrano tutto ciò che la banda di Carlisle può fare di buono e di meno buono: la prima è la sfida vinta contro i Pelicans bucherellando a ripetizione la difesa di Monty Williams (il terzo periodo s’è concluso 42-40), trascinati da un Nowitzki formato 2011; la seconda è invece il suicidio di Los Angeles contro i Clippers, dove i Mavs sono stati capaci di sprecare un +17 a meno di 5 minuti dalla sirena finale. Alti e bassi che coach Carlisle dovrà cercare di correggere durante la stagione, per far in modo che un eventuale approdo ai playoffs non diventi una semplice comparsata.

Alzi la mano chi aveva dato per morti i Memphis Grizzlies? Bhè, noi di certo: tutto c’aspettavamo tranne che il team di coach Joerger avrebbe risalito così in fretta la china. Ed invece al momento Memphis occupa la nona posizione della Conference (finalmente con un record positivo) ed è a sole due gare dalla zona playoffs. Merito è stato di queste due settimane in cui Randolph e compagni hanno vinto 6 partite perdendo solamente contro gli Spurs in una gara dove comunque avevano recuperato uno svantaggio in doppia cifra nell’ultimo periodo, arrendendosi poi solo nel supplementare sul canestro allo scadere di Ginobili. E proprio la mentalità sembra essere cambiata nei giocatori di Memphis, visto che molte vittorie sono arrivate con break decisivi negli ultimi minuti: contro Phoenix, contro i Bucks e contro Sacramento la squadra ha saputo trovare nell’ultimo quarto le forze decisive per portare a casa le vittorie. Inoltre ora con il ritorno di Gasol il futuro è più roseo per i Grizzlies che possono puntare alla quarta partecipazione alla post season consecutiva. Da segnalare infine lo scambio a tre con Celtics e Thunder che ha portato Courtney Lee al posto di Jerryd Bayless.

Momento particolarmente difficile e sfortunato per i New Orleans Pelicans (Ron Hoskins/Getty Images)

Momento particolarmente difficile e sfortunato per i New Orleans Pelicans (Ron Hoskins/Getty Images)

Le uniche note negative della Division arrivano quindi dalla Lousiana, dove i New Orleans Pelicans vengono da sette sconfitte consecutive e sono attualmente precipitati sul fondo della Western Conference. Bisogna dire che la sfortuna ha colpito ripetutamente la truppa di Monty Williams visto che due giocatori fondamentali come Holiday e Anderson sono al momento fuori a tempo indeterminato. A questo poi s’aggiunge il continuo avanti e indietro di Evans dall’infermeria ed alcune gare perse per alcuni episodi. Su tutte quella una con Dallas, in cui Rivers aveva subito fallo sul tiro da tre nel finale senza che gli arbitri però fischiassero alcunché (la NBA ha poi ammesso di aver sbagliato). Ma anche l’ultima sconfitta in casa contro Houston, in una gara praticamente condotta sempre, ma persa negli ultimi secondi, grida vendetta. Le voci che attualmente girano a New Orleans parlano di una possibile cessione di Gordon, ma, a parte la complessità dell’operazione dettata dal contratto pesante del giocatore, al momento l’ex Clippers appare uno dei pochi a salvarsi della squadra in questo campionato che tanto sta deludendo considerando le aspettative di inizio stagione.

HOT – Le ultime 6 gare giocate da Terrence Jones hanno mostrato quanto quest’ala possa ancora crescere e diventare fondamentale per i suoi Rockets. Le sue medie in queste due settimane sono state di 15.5 punti e 11.8 rimbalzi (19 + 17 a Washington) con il 50% dal campo.

NOT – Con l’infortunio di Holiday avrebbe finalmente l’occasione per mettere in mostra tutto un talento che finora in NBA non è riuscito a fare vedere, ma Austin Rivers nelle quattro partite in cui finora è mancato il play titolare dei Pelicans è riuscito a confezionare la miseria di 9.5 punti con il 40% dal campo e 3.8 assist. In questo momento difficile per la squadra coach Williams da lui vorrebbe ben altro.

ON FIRE – Scegliamo di dividere in due la voce per l’occasione. Della prova da 40 punti di Nowtzki contro i Pleicans avevamo già accennato in precedenza, mentre non vi avevamo ancora parlato del career high di Mike Conley di 31 punti che contribuisce non poco a battere i Suns.

NUMBERS – Il tremendo secondo tempo giocato da Houston contro i Thunder è entrato nella storia. Dopo un primo tempo da ben 73 punti infatti la squadra di McHale ha segnato la miseria di 19 punti nella ripresa, record negativo di franchigia. Addirittura la disparità di 54 punti tra quelli segnati nel primo tempo e quelli realizzati nel secondo è la più alta della storia NBA. Inoltre è la prima volta nella storia del campionato in cui una squadra segna più di 70 punti nel primo tempo senza toccare poi i 20 punti nella ripresa.

INJURIES – Come vi avevamo già detto gli infortuni di Anderson e Holiday non hanno ancora tempo di recupero certi (per il play si dice addirittura che potrebbe aver già concluso la stagione). Per quanto riguarda invece gli Spurs, per Splitter si parla di un stop che potrebbe andare da un minimo di 3 ad un massimo di 5 settimane per la spalla destra slogata. Danny Green invece dovrà stare fuori due settimane per un infortunio all’indice della mano sinistra. Infine Matt Bonner s’è fratturato il naso, ma al momento non si sanno ancora quali saranno i tempi di recupero.