Kevin Durant arranca  in gara 1 (10 su 27 al tiro), ma gioca gli ultimi due minuti in maniera spettacolare e mette il buzzer beater decisivo, che salva Oklahoma City da una problematica sconfitta casalinga contro i campioni in carica. Dallas, nonostante i cambiamenti effettuati al roster che vinse l’anno scorso, si conferma squadra pericolosa anche per una delle principali candidate al titolo. In gara 1 sono infatti emersi i limiti offensivi dei Thunder, in particolare è sembrata mancare una vera e propria idea di gioco, imputabile ad un playbook (e forse un coaching staff) non ancora all’altezza. Neppure l’ultimo possesso è stato disegnato in maniera accurata, ma per loro fortuna il numero 35 è riuscito a tirare fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro, vanificando l’eccezionale difesa di Shawn Marion.

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I Chicago Bulls vincono, ma non sorridono. A meno di due minuti dalla sirena, con la vittoria ormai garantita, Tom Thibodeau lascia in campo Derrick Rose, che poggia male la gamba, rompendosi il legamento crociato anteriore. Per l’ex MVP stagione finita, con diversi mesi di stop davanti a lui. I Bulls tuttavia non si sentono condannati a morte, stando alle dichiarazioni di Coach e compagni, e sono pronti ad affrontare il resto dei playoff con la giusta mentalità, avendo giocato quasi metà stagione senza la loro stella. Difficile che il rendimento della squadra senza Rose si mantenga alto come in Regular Season, ma l’organizzazione difensiva della squadra dell’Illinois dovrebbe consentire ai Bulls di approdare almeno al secondo turno. Chi è chiamato ad un grande compito è C.J. Watson, che da gara 2 si vedrà catapultato come starter. Quest’anno è partito in quintetto 25 volte, viaggiando ad oltre 11 punti e 4 assist di media.

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Gara 1 sembrava totalmente indirizzata verso i ragazzacci del Tennessee, infatti a poco più di nove minuti dalla sirena il punteggio recitava 95-71 per i padroni di casa. Ma Chris Paul e compagni ci hanno messo poco a zittire gli oltre 18’000 tifosi del FedExForum, piazzando un clamoroso 28-3 di parziale che consegna vittoria e fattore campo alla squadra “povera” della Città degli Angeli. Per tre quarti i Grizzlies son stati perfetti nella metà campo offensiva, tirando con oltre il 50% dal campo e con uno strabiliante 66% da 3, poi un rilassamento generale dovuto al vantaggio (in teoria) rassicurante e l’aumento dell’intensità difensiva della squadra di Del Negro hanno fatto calare a picco le percentuali (26%), permettendo ai Clippers di non subire canestro anche per nove minuti di fila.

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Sorride anche l’altra sponda di Los Angeles, con i Lakers che vincono nettamente la prima contesa contro i Nuggets. Kobe Bryant porta a referto 31 punti, nonostante l’ottima difesa di Afflalo, ma il vero protagonista della nottata è Andrew Bynum. Il pupillo di Buss Jr. mette a segno una tripla doppia da 10 punti, 13 rimbalzi e 10 stoppate. Le dieci stoppate permettono a Bynum di superare Kareem Abdul-Jabbar nella storia della Franchigia, avendo l’ex Alcindor posto l’asticella a 9 stoppate ben 35 anni fa. Solamente in due, prima della scorsa notte erano arrivati a 10 stoppate in una partita di Playoff: Mark Eaton con la maglia dei Jazz e Hakeem Olajuwon con la maglia dei Rockets.

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Le rotazioni ai Playoff si accorciano, ma gli Spurs di quest’anno fanno eccezione e coach Popovich manda in campo tutti e 13 gli uomini a sua disposizione, concedendosi il lusso di soli due uomini (Parker e Duncan) sopra i 30 minuti e nessuno sopra il muro dei 40 giri d’orologio. I dubbi sulla squadra texana erano sulla tenuta contro reparti lunghi più giovani, grossi e atletici rispetto al loro, ma Tim Duncan in gara 1 ha confermato di essere in uno stato di forma strepitoso, arrivando più volte al ferro, come non lo si vedeva fare con continuità da diversi anni a questa parte. Se poi Tony Parker continua a giocare da MVP (come testimoniano i numerosi cori dei tifosi texani), il rischio dell’ennesimo titolo per la squadra assemblata da R.C. Buford è veramente consistente.

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