Prime certezze, serve un milione e mezzo, per la cessione della società al consorzio di imprenditori in cui un ruolo chiave sarà rivestito da Fabi, la famiglia che si è innamorata di questo sport e che per la pallacanestro è disposta a investire pur sapendo che il ritorno di immagine non esiste.

(foto Leopardi)

MONTEGRANARO – Si delinea il futuro della Sutor Basket Montegranaro. La vittoria contro Caserta ha dato ossigeno a un gruppo incerottato, ma è la trattativa societaria quella che interessa maggiormente gli appassionati.

Il consorzio, tra un comunicato stampa e l’altro in cui chiede silenzio, sta lavorando.  I tempi si sono dilatati, ma è stato anche inevitabile a causa della composizione stessa di questo gruppo di imprenditori nato attorno al Sutor Special Club. Quello che hanno compreso, dopo alcuni mesi, è che non è immaginabile semplicemente aumentare la quota di partecipazione al club per trasformarsi in consorzio. Serve un’organizzazione diversa e serve un capofila. Chi comanda in questo momento all’interno del gruppo? Chi si siede al tavolo con la Triade, che non può parlare con venti persone per volta?

La situazione si è delineata perché ora gli imprenditori sanno quello che serve per prendersi la Sutor: un milione e mezzo per rilevare la società, acquisire il titolo. Sono pronti gli imprenditori ad affrontare questa spesa? Altrimenti la trattativa non si concluderà mai. È una cifra trattabile? Probabile. Di certo non si scenderà mai sotto il milione, il milione e duecentomila euro. Perché questi soldi serviranno agli storici dirigenti per coprire parte dei debiti accumulati.

Nell’accordo, blindato, la Triade si dovrà accollare il pregresso lasciando alla cordata il futuro della società. Le garanzie saranno sancite nero su bianco, perché le parole hanno un peso, ma nessuno vuole rischiare in questa storia.

Con la cordata ci sarà Fabi, la famiglia che ha giurato amore a questo sport. E lo ha fatto sapendo che il suo ritorno di immagine è praticamente nullo. Almeno fino a quando la Sutor graviterà nei bassifondi. Nel basket ci sono solo tre modi per emergere: vincere gli scudetti, comprare campioni da cartolina o avere un progetto alternativo. La Sutor per anni è stata sulle pagine dei quotidiani  nazionali grazie al suo ‘essere giovane e  italiana’. Un progetto di questo tipo, però, non lo si ricostruisce in una estate. Quindi, Fabi e gli uomini della cordata partono già sapendo che è un investimento a perdere.

Verrà fatto per amore del territorio e della pallacanestro, per non bruciare trent’anni di storia vedendo volare il titolo nel sud Italia. I tempi stringono, ma almeno, ora tutti sanno quello che serve per chiudere la trattativa. Questione di fiducia e di soldi.


Raffaele Vitali - Laprovinciadifermo.com