nba coffee break & more old  style

 

Day 3. Oggi non abbiamo partite in programma perché in America é Superbowl time e, come potete capire dalla foto sotto, abbiamo adottato le abitudini del paese ospitante. 2 bud ghiacciate, cheeseburger e pollo fritto, il tutto accompagnato dal sederone di due americane, poco moderate nel consumare pinte di birra.

Superbowl

Tornando al basket, ieri sera siamo stati al teatro del Madison Square Garden a vedere i Knicks asfaltare i derelitti Sacramento Kings.

Il pubblico del Garden partecipa alle partite con molta più enfasi dei “cugini” di Brooklyn, tanto che sul più 50, esultava ai canestri di Kurt Thomas e si stupiva a quelli di Fredette. Non proprio il solito garbage time di un arena NBA.

Anche se la partita non ha offerto spunti tecnici degni di nota, abbiamo potuto visionare una carrellata di triples dei Knicks, guidati da Novak(5/7) e J.R. Smith(7/14). Tra le note dolenti segnaliamo il poco affiatamento dei Kings, sia come chimica di squadra (alcuni non si danno neanche il cinque), sia come giochi offensivi (spesso troppo veloci e che si concludono con un “uno contro tutti”)

Sacramento ha da tempo messo tutti i suoi giocatori sul mercato e il primo della lista è DeMarcus Cousins.

Nonostante le cifre interessanti e il potenziale tutto da vedere, il ragazzo da Kentucky ha bisogno di una di quelle strigliate che forse solo una squadra da titolo può permettersi. Tanto forte quanto irritante, nel futuro di questo giocatore può succedere di tutto, addirittura emulare la carriera di Eddy Curry.

Usciti dal Madison siamo andati a cenare in un bar vicino e ci siamo goduti un po’ di Michigan@Indiana.

Passare dal soft play del secondo tempo del Garden alla miglior partita della settima del College basket, é stato un autentico toccasana. Ha vinto Indiana, perpetrando la maledizione delle squadre numero 1 del ranking in questa stagione, grazie al minor numero di errori e al caloroso pubblico dell’Assembly Hall.

Cody Zeller ha distrutto la front line di Michigan ma, nonostante la spettacolare stagione che sta disputando(16.3+8.9 con il 59,6% dal campo), non siamo sicuri che possa diventare l’uomo franchigia di una squadra NBA. Ha tutte le carte in regola per fare il terzo violino ma, se viene scelto troppo in alto, rischia di diventare il nuovo Keith Van Horn.

Chi nuovamente ci ha fatto una bella impressione é Trey Burke, già pronto per il piano di sopra, con la mano educata, il ball handling necessario, un discreto in between game e un’impressionante dose di attributi, seconda solo a quella del figlio di Tim Hardaway.
Il Superbowl entra nella fase calda, alla prossima.

Schoolbus 5

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