Si sono da poco concluse le prime quattro delle sei partite che chiudono il Second Round all’interno dell’East Regional: nessun upset, ma diversi spaventi per le favorite e tante emozioni. Andiamo allora a vedere quello che è accaduto.

Michigan State-Georgia: 70-63

Debutto tra chiari e scuri per Michigan State: Georgia regge bene nei primi 10 minuti anche grazie all’ottimo lavoro a rimbalzo che va a sopperire a percentuali al tiro deficitarie, tuttavia coi minuti aumenta l’intensità difensiva di MSU che fa pagare ai Bulldogs con sempre maggior continuità le molte palle perse (10 nel solo primo tempo), dando vita ad un eccellente gioco in transizione che merita in più di un’ occasione la standing ovation di Magic Johnson, sempre presente quando si tratta della sua Alma Mater, e così gli Spartans chiudono il primo tempo sul +13. Al ritorno dagli spogliatoi sono però sempre i Bulldogs a partire meglio riportandosi perfino sul -2 con un parziale d’apertura di 15-4 grazie anche al dominio a rimbalzo d’attacco, mentre gli Spartans faticano tra imprecisioni ai liberi e al tiro da tre e con un Dawson limitato dai falli. Proprio il ritorno di quest’ultimo dà nuova linfa ai suoi, segnando otto punti consecutivi: a coadiuvarlo un altrettanto prolifico Bryn Forbes, ottimo dalla panchina come fonte di punti veloci, che con una tripla ed un gioco da quattro punti nel giro di un minuto riporta gli Spartans sul +13, chiudendo di fatto la partita, anche se nel finale MSU fa di tutto per cercare di far rientrare Georgia e deve ringraziare la freddezza ai liberi di Valentine, il quale chiude con la solita prova all around da 16 punti, 6 rimbalzi e 6 assist. Sempre sul pezzo anche gli altri due “Big Three”: 15+6 assist per Trice e 14 (tutti nel secondo tempo)+6 rimbalzi per Dawson.

Northern Iowa-Wyoming: 71-54

Washpun all'attacco (seattletimes.com)

Washpun all’attacco (seattletimes.com)

Northern Iowa non è al torneo NCAA per scherzare o semplicemente interpretare il ruolo di “Cenerentola” come nel 2010 e lo dimostra subito nella partita contro Wyoming: in una sfida che molti indicavano come possibile fonte di upset i Panthers mostrano in realtà una costante superiorità, chiudendo già il primo tempo avanti di 11 lunghezze, colpendo con precisione, come da menù della casa, da oltre l’arco e tenendo Nance ad un solo punto nei primi venti minuti, con Wyoming tenuta in gioco solo dai 12 punti (frutto di quattro triple) di Charles Hankerson. Ai Panthers il +11 però va stretto, visti anche i molti e inusuali errori non forzati nei pressi del ferro, e aprono quindi con un parziale di 11-1 che dà loro il +21 che sembra terminare anticipatamente le ostilità. Ma siamo a marzo e nulla è scontato: a quel punto infatti Wyoming mette a segno un parziale di 18-4 guidato da 12 punti in due minuti e mezzo di un ritrovato Nance e si riporta sul -7. UNI cominicia a calare nelle percentuali e a cercare conclusioni talvolta frettolose o comunque prive delle rotazioni a cui ci hanno abituato i ragazzi di Jacobson. Tuttavia Wyoming non si avvicina mai ulteriormente e con un Tuttle quasi nullo offensivamente nel secondo tempo è allora Washpun a caricarsi la squadra con tre conclusioni consecutive e a ridare la confidenza necessaria ai suoi per concludere la partita nel migliore dei modi. Bene tutta la panchina di UNI, oltre a Washpun (10 punti) da segnalare Jasperson (16) e Buss (13), decisivi con le loro triple.

Virginia-Belmont: 79-67

Emozionante partita tra Belmont e Virginia: nel primo tempo i Bears iniziano bene e a sprazzi dimostrano di avere potenzialmente le bocche da fuoco e la dose d’ignoranza giusta per essere protagonisti di quello che sarebbe un clamoroso upset, ma Virginia è come al solito ottimamente organizzata su ambo i lati del campo e con l’avanzare dei minuti prende il controllo della partita, mentre Belmont diviene confusionaria e vede calare le sue percentuali da tre. I Cavaliers commettono pochissimi errori e si ritrovano sul +14 a 15′ dalla fine. Con le spalle al muro i Bears tirano però fuori quello spirito libertino tipico delle underdog, segnando alcuni canestri surreali (triple di tabella non dichiarate e dai dieci metri), ma alzando anche il livello della propria difesa, toccando il -2 a quattro minuti dal termine. Tuttavia Virginia è squadra che si adatta come poche alle situazioni difficili senza perdere la testa e trova in Gill il rappresentante perfetto del proprio gioco da uomini Alpha: attaccando il ferro e andando con continuità in lunetta l’ala dei Cavaliers guida i suoi ad un nuovo vantaggio in doppia cifra e spegne i sogni di Belmont. Bene Brogdon (22 punti) e un ritrovato Anderson da 13 punti, mentre per i Bears eroico Bradshaw con 25 punti e tanta lucida follia.

Non è bastato un intimidatorio Ndiaye agli Anteaters (scpr.com)

Non è bastato un intimidatorio Ndiaye agli Anteaters (scpr.com)

Louisville-UC Irvine: 57-55

Partita al cardiopalma con la multiculturale UC Irvine (oltre ai molti californiani ci sono un senegalese, un greco, un inglese e un canadese) che dimostra sin da subito di potersela giocare alla pari contro una Louisville che giustifica i dubbi di chi vedeva i Pitinos “omaggiati” di un seed 4 che hanno fatto poco per meritarsi in stagione regolare. Gli Anteaters fanno un ottimo lavoro nel riempire il pitturato e nel negare la strada ad esso agli avversari, anche grazie al centro “cult” Mamadou Ndiaye, 2 metri e 30 dal Senegal con furore: i Cardinals sono quindi portati per tutta la partita ad accontentarsi di sterili attacchi a metà campo e tiri da tre che non sono esattamente la specialità della casa (per percentuali 68esimi su altrettante squadre in questo torneo). Harrell esce presto dalla partita e Ndiaye diventa sempre più dominante col passare dei minuti e con due pazzeschi jumper di Davis II e Nelson UCI tocca il primo vantaggio del secondo tempo 4′ dal termine. Sul 53 pari a un minuto dalla fine è un layup di Nelson sulla testa di Mathiang e Harrell a mandare avanti gli Anteaters, ma risponde Blackshear (19 punti per lui) e UC Irvine spreca il possesso successivo con una tripla da 10 metri di Nelson che non va a segno e a rimbalzo i californiani commettono fallo mandando Snider in lunetta, con il freshman (molto bene, 16 punti) che non tradisce i suoi con un 2/2. Con 9 secondi sul cronometro i Cardinals hanno ancora due falli da usare, ma ne basta uno, perchè dalla rimessa a metà campo UCI va in confusione anche grazie alla pressione degli avversari e perde palla, dicendo addio ad un sogno sfiorato per 40 minuti.