CONTRO TKACHENKO? UNA PASSEGGIATA

Neanche Tkachenko ci era riuscito, nemmeno Sabonis qualche anno dopo: Dino Meneghin un passo indietro non l’aveva mai fatto nemmeno davanti alla Montagna Sovietica o al Principe del Baltico. Da Presidente Federale invece Superdino si è arreso: neanche lui, senza dubbio l’uomo più duro che il nostro basket abbia mai espresso, ha potuto qualcosa contro il Mostro Multiteste.

Geri De Rosa

Solo così infatti si può definire la nostra pallacanestro fuori dal campo di gioco: perché dentro, per fortuna, giocatori e allenatori continuano a farci emozionare dando vita ad un campionato di giornata in giornata sempre più appassionante. Chissà come fanno visto che anche loro dipendono dal Mostro Multiteste: c’è la Lega che va per la sua strada, poi ci sono le altre Leghe che vanno per la loro incrociando quella di serie A solo per subirne le decisioni; poi ci sono gli arbitri, c’è il loro sindacato, ovviamente in perenne disaccordo, poi la Fip, che dovrebbe essere sovrana ma non ha le armi per esserlo. Insomma un Mostro Multiteste che a poco a poco sta inglobando tutto il movimento, sta soffocandone i motori, quell’entusiasmo e quella passione che hanno reso grande questo sport. Entusiasmo e passione: gli stessi motori che hanno spinto tutta la vita cestistica di Dino Meneghin, prima in campo, rendendolo uno dei più grandi di sempre, e poi fuori, convincendolo a raccogliere quella patata bollente che nessuno voleva, la Federazione. Ci ha provato, qualcosa ha ottenuto ma alla fine si è arreso anche lui: a fine mandato non si ricandiderà. E non sono state certo state le parole di critica del Presidente del CONI a scoraggiarlo, anzi. Meneghin alle critiche ha sempre risposto con i fatti, uscendone migliore e più forte. Questo marasma però è troppo anche per lui. Le parole di Petrucci si possono riassumere in un unico, appassionato appello rivolto alle tante teste del nostro basket: trovatevi, riunitevi, costruite qualcosa insieme. Ci vorrebbe la volontà di farlo, come primo passo; e poi la volontà di venirsi incontro, la disponibilità di ognuno a rinunciare a qualcosa per il bene comune, se no tanto vale neanche sedersi. Far sì che tutti lavorino per il bene comune: forse Meneghin si è reso conto che questa è davvero un’impresa impossibile, a confronto prendere rimbalzi in testa a Tkachenko è stata una passeggiata.

GERI DE ROSA