Daniel Hackett (Foto Savino Paolella 2015)

Daniel Hackett (Foto Savino Paolella 2015)

DESIO – Dulcis in fundo, la più bella gara dei quarti di finale è arrivata alla fine. Un prodezza di Brooks ha consegnato la vittoria e il pass delle semifinali all’Emporio Armani. Avellino esce dalla manifestazione a testa altissima, con la consapevolezza di aver fatto sudare le proverbiali sette camicie a Milano. Priva del suo centro titolare, Anosike, Vitucci ha concesso tanti minuti a Lechthaler che ha disputato una buona partita, in partitacolare nella propria metà campo. Entrambe le squadre sono state spuntate in attacco, come dimostra il punteggio finale. Milano, tradita da un Joe Ragland da -8 di valutazione,  è stata contratta per tutta la partita, schiacciata dal peso del pronostico della vigilia che contemplava soltanto la vittoria. Alla fine la vittoria è arrivata, soprattutto attraverso il talento individuale piuttosto che alla qualità collettiva. Banchi dovrà riflettere su questo.

Le parole degli allenatori:

Frank Vitucci (Sidigas Avellino): “Abbiamo fatto una grande partita, senza il centro titolare, giocando benissimo in difesa. Mi dispiace molto per i miei giocatori che hanno fatto un grande sforzo e non sono stati ricompensati. La squadra deve capire che questa partita dovrà essere presa da esempio anche per il campionato. E’ un calice amaro che dobbiamo bere. Cercheremo di metabolizzare questa sconfitta. Dobbiamo ripartire da qui”.

Luca Banchi (EA7 Emporio Armani Milano): “Fin dai primi minuti si è capito che Avellino avrebbe lottato fino alla fine e che sarebbe stato difficile per noi giocare in attacco. Entrambe le squadre hanno tirato molto male da tre punti, le difese sono state molto ermetiche. La partita ha avuto tanti piccoli break ed è stata decisa da episodi. Abbiamo pagato molto il fatto di non essere stati pronti fisicamente e psicologicamente a partite come di questo tipo. Manifestazioni come la Coppa Italia sono sempre state insidiose”.