Frank Vitucci

Coach Vitucci si presenta in sala stampa e riconosce la sconfitta
“Premetto che i miei giocatori hanno fatto il possibile, ma la squadra ha sofferto la mancanza di Dean, che mancherà ancora a lungo e la mancanza di allenamenti nell’ultimo periodo. Ci abbiamo provato ma Cantù è uno squadrone e noi sembriamo un po’ il gommone di Greenpeace che cerca di attaccare le grosse baleniere. Siamo partiti bene ma poi abbiamo iniziato a scemare dal punto di vista fisico ed atletico”.

Il coro Vitucci sindaco?
“I nostri tifosi sono partiti con due pullman alle 4 di notte e devo dire che come tifoseria sono splendidi. Mi spiace soprattutto per loro che sia arrivata una sconfitta così netta. E ad essere sincero visti i problemi che ha avuto la città con la neve direi che è meglio non fare il sindaco”.

Andrea Trinchieri (foto R.Caruso)

Coach Trinchieri arriva in sala stampa visibilmente soddisfatto, anche se parla subito di un inizio gara che non l’ha convinto molto
“L’inizio era gia scritto, a loro mancava Dean e noi avevamo tutto da perdere con il risultato che ci siamo incartati. L’inizio è stato povero di idee e di soluzioni e un paio di contropiedi sono stati gestiti come neanche al minibasket. Poi siamo venuti fuori, anche approfittando delle rotazioni corte di Avellino e tutto sommato abbiamo meritato la vittoria”.

E’ stata una vittoria semplice?
“Meno semplice di quello che sembra, perchè il primo quarto è stato piuttosto complicato. Ho rispetto enorme per Vitucci e per Avellino e abbiamo fatto del nostro meglio per stare concentrati e non farci sorprendere. Sfruttando le rotazioni piu lunghe è poi arrivata la vittoria”.

Una parola sul debutto di Perkins?
“Parto dalla fine, ovvero dal fallo tecnico. Ne avevamo bisogno perche siamo una squadra di educande e qualcuno che abbia personalità forte come la sua serviva. Come giocatore è molto bravo e molto tecnico, con molta leadership grazie alla quale con solo tre giorni di presenza si è gia inserito in squadra”.

Il primo quintetto ha segnato 48 punti, mentre il secondo 51. E’ un dato un po’ strano per la Serie A.
“Merito della media alzata da Markoishvili ma in generale non credo esista un primo quintetto e un secondo quintetto. E’ importante avere una rotazione ampia”. 

Come vedi Siena-Milano?
“La f8 ha un titolo: La redenzione di Milano. L’EA7 arriva a queste Final Eight a fari spenti arrivando da dietro, mentre Siena ha il vantaggio dell’abitudine a queste partite, ma se avete un euro da puntare vi consiglierei di scommettere su Milano.
Lo scontro è tra la mentalità vincente di Siena e il nuovo che avanza di Milano e con Bremer loro sono più pericolosi perché hanno un’arma in più da oltre l’arco.
La vera favorita però per me è Pesaro che ha già battuto tutti e ha vinto oggi contro Venezia senza sudare”.

Ieri Pianigiani ha detto che in una competizione come questa, vinta la prima partita si entra nella coppa. Anche per voi è così?
“In questo momento stiamo vivendo il trapasso tra una squadra che può fare e una che deve fare, almeno nel 60% delle volte quindi stiamo cercando di costruire una mentalità vincente e Perkins ha proprio quello scopo. La cosa che ruberei a Siena è la mentalità, che non ha eguali in Italia” aggiungendo come battuta “Anche perché tanto Moss non me lo danno”.

Da  torinese vedo che una città come la nostra non ha una squadra ad alti livelli, ma ha la capacità di organizzare eventi come questo.  Il basket va ripensato?
“Si, il basket in generale va ripensato ed è un delitto che a Torino non giochi una squadra importante ogni due settimane, ma credo questo sia solo uno dei tanti delitti del basket e dello sport e ci sono anche altre cose che non vanno”.

Ti ricordi come hai perso con Pesaro?
“Si, iniziando bene e poi come dei bambini ci siamo arenati. Pesaro ha guardie grosse che è importante in questo basket moderno e noi le abbiamo patite molto. Per questo vedo Pesaro favorita in questa manifestazione”.

Dopo aver patito Green che nel primo quarto ha messo 13 punti hai messo in marcatura Markoishvili su di lui che lo ha frenato. E’ stata una mossa studiata o è nata dopo il primo quarto?
“Io credo che il basket sia un gioco di ingombri e che Markoishvili essendo grosso gli abbia oscurato la visuale e con la sua rapidità sia riuscito a seguirlo bene. Green aveva preso le misure a Cinciarini e Perkins era ancora indietro fisicamente per tenerlo, così ho messo lui in marcatura che era la nostra terza opzione”.


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