e Jones nella sfida dello scorso Novembre (Photo)

Causin e Jones nella sfida dello scorso Novembre

Pesaro: il percorso – Flashback, primi giorni dell’anno, Pesaro: una testa di maiale mozzata viene fatta trovare davanti alla sede della Scavolini Siviglia. La squadra finisce sulle prime pagine dei giornali per il motivo sbagliato, e facendolo si porta dietro un inizio di stagione non esaltante, tanto da generare burrasca attorno alle poltrone di coach Luca Dalmonte e del general manager Mauro Montini. Il record della squadra, a quel punto del campionato, parla di 6W e 6L, corrisposte da un anonimo nono posto in classifica. Oggi, neanche due mesi dopo, la Libertas è alle Final Eight di Torino con la testa di serie numero 2, frutto di un ultima parte di stagione da incorniciare: 5 vittorie consecutive, Siena, Bologna, Roma, Casale e Biella; 1 sola sconfitta, a Milano, nell’ultima partita disputata prima di una lunga imprevista sosta.

Pesaro: punti di forza e punti deboli – Alla sua terza Final Eight dal 2008, Pesaro farà sicuramente leva sull’esperienza per avere la meglio contro Venezia, pur consapevole che in un torneo dal calendario serrato e giocato sempre su sfide secche, ogni risultato è possibile. Fu proprio Pesaro nell’edizione di quattro anni fa ad eliminare il Montepaschi Siena agli ottavi del torneo, creando un precedente che ha fatto e continuerà a fare da monito a tutte le presunte favorite degli scontri diretti. Nonostante la battuta d’arresto di due settimane fa, il morale della Libertas viaggia a diversi metri dal suolo: Hackett, Hickman, White e Jones sono bocche da fuoco con un potenziale difficile da pareggiare, e riesce difficile pensare che più di uno di loro incappi una serata dalle polveri bagnate.

Sull’altro piatto della bilancia, tallone d’Achille della squadra da inizio stagione, i pochi punti a disposizione dal pino. Difetto più facilmente camuffabile giocando con cadenza settimanale, ma che con la prospettiva di tre partite in tre giorni non potrà fare a meno di venire a galla. Il precedente stagionale, infine, pur risalendo alle primissime battute di stagione, sarà un ronzio parecchio fastidioso per Hackett e soci, specie se le cose dovessero mettersi male.

Venezia: il percorso – Giunta in Serie A scuotendo alla base i pilastri della pallacanestro italiana, la Reyer è senza dubbio una delle sorprese più positive della stagione, alla pari di Sassari e, per certi versi, della stessa Pesaro. Dopo l’aggiunta dei soli Szymon Szewczyk e Tim Bowers nella breve finestra di mercato che era rimasta agli orogranata per rintuzzare il roster, l’avvio di campionato ha visto i lagunari incamerare zero punti nelle prime tre giornate, complice il turno di riposo osservato in apertura. Da quel momento la truppa ai comandi di coach Andrea Mazzon ha infilato quattro W in fila, costruendo successivamente gran parte del proprio bottino tra le mura amiche del Palaverde: al termine del girone di andata il record casalinga recitava 6W e 2L, con le sole Milano e Cantù capaci di imboccare la A4 con i due punti in tasca. Con l’avvio del girone di ritorno, poi, l’Umana ha consolidato il proprio ranking nella gerarchie del campionato, battendo Siena prima  e Cantù poi, salvo doversi fermare forzatamente a causa del maltempo. Esattamente come Pesaro.

Venezia : punti di forza e punti deboli – Se l’umore è buono a Pesaro, in laguna viaggia ad alta quota dacché il torneo è iniziato. In principio Bowers, poi Szewczyk, ora Clark: Andrea Mazzon ha potuto attingere a diversi terminali offensivi, cavalcando l’uomo più in forma e sapendo di poter contare su un roster profondo e versatile. L’assenza di Tommaso Fantoni, in quest’ottica, toglie all’Umana buona parte di questo vantaggio, fermo restando che con il probabile spostamento in quintetto di Bryan, l’ingresso di Tim Bowers a partita in corso continuerà ad essere una delle chiavi di volta della partita di Venezia.

Il forfait dell’ex casalese, però, non accorcia solo le rotazioni orogranata, ma va ad impoverire un reparto lunghi dove verranno chiesti gli straordinari a Szewczyk e dove Bryan dovrà star lontano dai suoi frequenti problemi di falli. Mancherà infine l’effetto Palaverde, un fattore che inizialmente pareva determinante nel dare la spinta a Young e soci, ma che dopo il successo di Cantù potrebbe aver subito un ridimensionamento.

Daniel Hackett contro Slay e Young

I precedenti – Considerata la prolungata assenza di Venezia dal massimo campionato, l’unica cartina al tornasole a disposizione resta la sfida del l’Adriatic Arena dello scorso 6 Novembre, quando Venezia uscì vittoriosa per 71 a 58 trascinata da un Kee Kee Clark in forma smagliante e da Tim Bowers. L’Umana ha mantenuto sostanzialmente un rendimento costante, mentre è nettamente cresciuta la solidità tattica e mentale della Scavolini. Sarà una serata particolare per Ricky Hickman, fattore negativo nel match di campionato, ma che nella serie finale degli scorsi playoff di LegaDue chiuse con oltre 18 punti di media.

Uno contro uno – Kee Kee Clark vs. Daniel Hackett. La difesa del nazionale azzurro contro i virtuosismi del folletto dell’Alabama. La vena realizzativa di Clark, riesplosa a Cantù, potrebbe spuntarla di un incollatura. Vantaggio Venezia.

Alvin Young vs. Richard Hickman. Duello mancato dello scorso Luglio a causa dell’infortunio di Young, le cui primavere iniziano a pesare più del talento. Hickman non ci starà a fare nuovamente da comparsa. Vantaggio Pesaro.

Tamar Slay vs. James White. Pur riconoscendo i balzi in avanti e la maturità acquisita da Slay rispetto ad inizio stagione, c’è ben poco da ponderare contro uno dei migliori cinque giocatori di tutta la Serie A. Vantaggio Pesaro.

Szymon Szewczyk vs. Jumaine Jones. Alto tonnellaggio, ampio raggio d’azione. Punti e rimbalzi parecchi, capelli pochi. Se non fosse per una diversa gradazione di melatonina i due sarebbero le pedine più simili dello scacchiere. Parità.

Sylvere Bryan vs. Tautvydas Lydeka. Scontro in cui le capacità realizzative scalano in secondo piano. Più spigoloso Bryan, più tecnico il lituano, verosimilmente saranno i meno cercati nelle gerarchie offensive. Parità.

Coach Mazzon vs. Coach Dalmonte – Anche scegliendo per secondi, si cascherebbe comunque bene. Due lampanti esempi di come la scuola italiana non abbia mai smesso di produrre insegnanti del gioco e motivatori di ottimo livello. Dovendo scegliere premieremmo Andrea Mazzon, per la costanza di rendimento e per i risultati che senza ombra di dubbio vanno oltre le più rosee aspettative. Vantaggio Venezia.

Panchina Venezia vs. Panchina Pesaro – Menomata quella lagunare, cronicamente con pochi punti nelle mani quella adriatica. Buona parte dell’esito si giocherà proprio sul confronto delle due second unit: chi saprà pescare il jolly, con ogni probabilità, accederà ai quarti. Parità.