Gigi Datome sul campo (Foto Francesco Pattacini)

Gigi Datome sul campo (Foto Francesco Pattacini)

Metti due sardi a chiacchierare e ne otterrai grandi spunti di riflessione: contrariamente all’immaginario collettivo continentale non passeranno il loro tempo a rimbalzarsi quelle espressioni idiomatiche tanto scimmiottare dagli abitanti della terra ferma, ma parleranno di valori importanti.

Dailybasket non poteva che delegare il compito di intervistare Datome alla sua isolana per antonomasia che, dopo diversi inseguimenti, è riuscita a raggiungere il Gigi nazional-isolano per telefono. Sia chiaro: intervistare qualcuno per telefono non è facile, si perde metà dei contenuti non potendo beneficiare di gestualità e sguardi, ma fortunatamente tra sardi l’empatia lavora benissimo anche in contumacia.

Il nome di Gigi Datome lo conoscono tutti in Sardegna: si racconta delle facce basite di avversari, compagni di squadra, arbitri e presenti quando schiacciò per la prima volta durante una partita (aveva forse tredici anni), di come fosse il vero -temutissimo- terminale offensivo della Santa Croce e di come si parlasse di lui come un futuribile Nba, prima ancora del draft di Bargnani.

Oggi Datome non è solo il Capitano della Virtus Roma e uno degli eroi della Nazionale Italiana: è la dimostrazione di come si possano tenere i piedi per terra anche stando al top, rispondendo per esempio a tutti i fan su twitter. Perchè se non ti dimentichi mai da dove sei partito puoi dare il meglio, anche umanamente.

Gigi fa il suo esordio nella massima serie con la Mens Sana nel 2003 quando era poco più di un ragazzino “E’ stato un periodo fantastico per quanto strano: ogni giorno realizzavo il mio sogno allenandomi con campioni come Galanda e Thornton dall’altra era difficile perchè dovevo andare a scuola e prendere il diploma”. Per fortuna esistono le mamme “All’inizio volevo andare a vivere da solo, fare il galletto. Ho dato retta a mia mamma che è stata con me il primo anno, poi il secondo un po’ meno finchè non son stato pronto a vivere da solo”.

Quello di Gigi era un sogno che sembrava irraggiungibile “Se mi avessero detto che oggi sarei stato il Capitano della Virtus e un punto fermo della Nazionale non ci avrei scommesso un euro” ammette quasi schernendosi “Certo ci speravo ma non credevo che avrei realizzato il mio sogno: in tantissimi ci provano ma ben pochi vanno fino in fondo”.

Oggi Datome è capitano e leader della Virtus Roma: squadra sorpresa del campionato che, nonostante un budget limitato ed i problemi finanziari, è riuscita ad emergere con il suo gioco frizzante e una potente chimica di squadra. “Siamo un gruppo di persone che ad inizio stagione hanno capito che dovevano focalizzare come obiettivo fondamentale quello di squadra. Io ho portato il mio esempio: l’anno scorso ho fatto un buon campionato ma la squadra non ha fatto i playoff. I nostri fortissimi obiettivi personali sono confluiti in un’unione d’intenti: sappiamo che perdere un allenamento significa buttare nel secchio il lavoro fatto finora e lavoriamo duro”. Domenica si giocheranno il secondo posto con la Dinamo Banco di Sardegna nell’anticipo di mezzogiorno “Speriamo di avere un approccio migliore rispetto alla partita contro Varese, dove abbiamo peccato di intensità e lucidità. E’ una grande occasione, vincerà chi avrà più fame tra le due squadre”. Il PalaSerradimigni ha sempre avuto un debole per l’ala olbiese: prima di essere osannato in maglia azzurra dopo la partita con la Turchia (chi non ha avuto come sfondo del desktop l’immagine della sua schiacciata -letteralmente- sopra Erden?) anche da avversario Datome è sempre stato applaudito dal pubblico sassarese che -in qualche modo- ne rivendica la paternità. “Domenica spero si confondano e facciano il tifo per me” ironizza Gigi. Sulla chiave di volta per portare a casa la partita non ha dubbi “E’ un momento cruciale sia per noi che per loro, dovremo essere bravi a trovare risorse nascoste e usarle bene”.

Budget ridotto, basket frizzante, testa leggera ed un po’ di stanchezza: le analogie fra Sassari e Roma sembrano davvero tante “Entrambe sulla carta siamo candidate a soffrire di più le serie dei playoff al meglio delle sette partite fin dai quarti, i pericoli numero uno restano le grandi corazzate: Siena e Milano”.

La spettacolare schiacciata di Gigi Datome sulla testa del turco Erden (Foto fip.it)

La spettacolare schiacciata di Gigi Datome sulla testa del turco Erden (Foto fip.it)

Gigi usa moltissimo twitter ed è proprio tramite il social network che ha espresso il dolore per l’infortunio di Gallinari “E’ stata una cosa che mi ha fatto soffrire moltissimo” dice abbastanza provato “Infortunio brutto da vedere e, per quanto uno sportivo sia consapevole dei rischi, colpisce molto.. soprattutto in un momento incredibile come quello che stava vivendo. Fortunatamente Danilo è giovane e ha tutto il tempo per recuperare, inutile dire che in Nazionale sarà insostituibile umanamente e sportivamente”. In proposito della Nazionale si fanno sempre più insistenti le voci su Travis Diener in maglia azzurra “Sinceramente mi dispiace che si debba ricorrere, ormai da anni, ai passaportati: è un pessimo segno per la scuola cestistica italiana. Travis è indubbiamente un grande play, e con il gioco di Sacchetti esprime al 100%: vedremo se e come se la caverà con Pianigiani. Alla fine l’obiettivo è quello di lavorare per rendere grande il nome dell’Italia e ridargli lustro”.

Gigi, che a livello giovanile ha dato tanto (Nazionale under 20 e via dicendo) ha la sua personalissima idea sul perchè del gap nella formazione delle nuove generazioni “Sono molti quelli che vorrebbero la via facile per puntare direttamente alle grandi squadre, dimenticandosi di lavorare duro per arrivarci. Io mi ritengo fortunato perchè ho fatto la mia gavetta che mi ha permesso di arrivare fin qui con piena maturità”. Ed in effetti a parlarci non si può credere che questo ragazzone abbia solo un quarto di secolo sulle spalle, sembra più grande e più maturo..sarà perchè legge molto?

Ma Gigi hai deciso cosa vuoi fare da grande?” “Ancora non lo so, mi piacerebbe occuparmi di un’attività magari una libreria, ma mi sa che ho sbagliato momento e paese..” ride “sicuramente la vecchiaia la passerò in Sardegna”.

Certo perchè una delle domande che i sardi fanno ai sardi ”emigrati” è sempre la seguente: cosa ti manca più? “Senza dubbio il mare, anche d’inverno” è la risposta da copione. Impossibile fare un raffronto tra Olbia e Roma, due città troppo diverse “Mi manca quella dimensione di microcosmo olbiese, dove ci si conosce tutti e gli amici si vedono tutti i giorni. Roma da questo punto di vista è dispersiva, ma offre una quantità di possibilità culturali e mondane: c’è sempre qualcosa da fare ogni sera della settimana, è incredibile”.

Va bene la vecchiaia la passerà su una spiaggia sarda, “dalle mie parti, tranquilla” precisa, ma tra dieci/quindici anni dove si vede? “Spero di esser vivo, innanzitutto” ride “e di avere una bella famiglia e dei figli di cui occuparmi, invece che di cose futili come la pallacanestro”.

Eppure siamo sicuri che in quella futilità GigiGante abbia ancora tanto da dare e da fare, magari lontano dall’Italia o chi lo sa: la certezza è che di emozioni ne ha ancora da regalare.

Secondo Sallustio la Virtus era quella particolare abilità nell’usare l’ingegnum per realizzare grandi successi: questo capellone allora può essere definito un virtussino doc, con l’umiltà, la modestia ed il cuore proprie di chi è nato su un’isola.