Feldeine (foto Savino Paolella)

Feldeine (foto Savino Paolella)

Dopo quaranta anni il grande basket, sia pure in un torneo prestagionale torna nel cuore di Cantù, alla vecchia palestra Parini e l’Acqua Vitasnella Cantù batte l’Umana Venezia con un tiro libero di James Feldeine ad 1 secondo dal termine conquistando la Foxtown Cup ovvero il Trofeo Fabio e Simo che ricorda due ragazzi della curva scomparsi prematuramente.

Era il 4 Aprile del 1974, l’anno della forzata migrazione a Brescia dopo che la Federazione aveva decretato inutilizzabile la Parini ma si poteva ancora usarla in Coppa ed al Parini la Forst di Pierluigi Marzorati e Charlie Recalcati riuscì a battere il Partizan Belgrado di quel birichino di Kikanovic 99-86 prendendosi il vantaggio necessario per resistere nella tana dei lupi belgradesi e conquistare la seconda delle tre coppe Korac vinte consecutivamente. Nel frattempo le varie giunte comunali non sono mai riuscite a dare una casa alla sua Pallacanestro che è dovuta andare a giocare nella vicina Cucciago (clicca qui per la storia del Pianella).

Ma per una sera il cuore di Cantù ha ripreso a pulsare per la sua squadra e l’ha ammirata in una bella gara vinta contro una Umana Venezia che si è confermata squadra scafatissima e di valore. Era partita meglio la squadra di Sacripanti conquistando piuttosto agilmente il primo quarto ma quando Recalcati, uno che conosce ogni mattonella ed insidia della Vecchia Parini, ha chiamato la zona 3-2 la testosteronica Cantù, composta da molti giocatori che non vedono una zona dai tempi del college, è andata in tilt pigliandosi un parziale di 12-0 che ha proiettato Venezia sul 38-32 all’intervallo. Durante il quale Sacripanti deve aver preso in mano lavagnetta e gessetti colorati tanto che nel terzo quarto Cantù ha cominciato ad attaccare decisamente meglio la zona rientrando pian pianino. Nel finale una serie di triple da entrambe le parti con i vari Dulkys, Hollis, Goss, Feldeine e Ress protagonisti ha portato i due team sul 84 pari nell’ultimo minuto, poi prima una scelta scellerata di Johnson-Odom (ben 10 assist ma 1-6 al tiro) che ha dato a Venezia il tiro della vittoria che però Goss a 2″ dal termine ha sbagliato dai sette metri, poi dopo il rimbalzo di Feldeine che si lanciava in palleggio per il classico tiro alla disperata Julyan Stone dava un ingenuo (ma reale) buffetto al braccio del domenicano – magari l’arbitro non aveva voglia di fare il supplementare? – Feldeine ad 1″ secondo dal termine mette il secondo dei liberi, Venezia chiama time out ma pasticcia sulla rimessa e Cantù vince 85-84.

Cantù, come dicevamo, ha attaccato la zona poco brillantemente nel secondo quarto, ma è cresciuta nella ripresa, degne di nota le prove di James Feldeine, MVP della gara con 19 punti e 7-11 dal campo, non a caso uno dei pochi non a digiuno di basket europeo, di Ivan Buva (15 punti con 5-7 al tiro) e DeQuan Jones con 14 punti ed un gran bel tocco dalla media per quello che è il progetto più a lungo termine per la truppa di Sacripanti, bei segnali nella ripresa anche per Stefano Gentile (9) e Damian Hollis (12+8).

Venezia è una sicurezza, ha certamente meno upside di Cantù, ma tanti giocatori esperti e pronti all’uso come un grandissimo Phil Goss (20 punti) con la sua mano fatata, un ottimo Jeff Viggiano (16, 7-10 al tiro), un Hrvoje Peric da 11 punti e tanta concretezza, un Cameron Moore da 12+7 e belle cose anche da Marco Ceron che ha fisico e faccia tosta. Molto deludente invece Julyan Stone, il play ha un fisico clamoroso essendo quasi sui due metri, ma è apparso ancora grezzo e ci vuole tutta l’esperienza di Recalcati per le operazioni di  sfaldatura, sbozzatura e taglio. Diciamo che i due attesi “play”, Stone e DJO, non hanno proprio brillato.

Tabellini:

Cantù:

Punti: Feldeine 19 Buva 15 Jones 14 Hollis 12 Rimbalzi: Hollis 8 Assist. Johnson-Odom 10

Venezia:

Punti: Goss 20 Viggiano 16 Moore 12 Peric 11 Rimbalzi: Moore 7 Assist: Goss 6