Bulleri e Stipcevic (Foto: Daniele Furlanetto 2013)

MESTRE – Un trampolino dal quale lanciarsi verso lidi ambiziosi, nonché il settimo sigillo nelle ultime otto gare giocate, o uno scoglio a cui appigliarsi nel maremoto della lotta per non retrocedere. Venezia e Pesaro scendono in campo con motivazioni di diversa natura, ma eguale intensità, per contendersi due punti che, alla vigilia delle Final Eight andrebbero ad alimentare corposamente il fuoco delle rispettive speranze e ambizioni.

Questi i quintetti schierati in campo alla palla a due:
Venezia: Clark, Young, Diawara, Szewczyk, Magro.
Pesaro: Stipcevic, Kinsey, Barbour, Flamini, Crosariol.

L’inizio di Pesaro coglie di sorpresa Venezia, che per un paio di possessi fatica ad uscire dal pressing di coach Markovski. È un momento: Clark e soci reagiscono, infilando quattro triple in un paio di minuti (14-6). Pesaro si aggrappa ad Andrea Crosariol, che dopo un paio di appoggi molli si carica la Vuelle sulle spalle andando a capitalizzare tutti i possessi che gli vengono recapitati: 14-10, con 8 punti del lungo ex Roma e Treviso. Venezia banchetta nel pitturato, ma perde mordente nella metà campo offensiva, sciupando diverse occasioni per allungare. Al 9′ è sempre Crosariol a riportare Pesaro a -4, prima che un mini-break sigillato dalla bimane di Kuba Diawara e dall’appoggio di Jiri Hubalek obblighi la panchina pesarese a rifugiarsi nel timeout. Prima della sirena c’è tempo per un solo canestro, e manco a dirlo lo sigla Andrea Crosariol, che porta a 12 il suo incredibile bottino dei primi 10′. 22-16 Venezia.

La seconda frazione parte come la naturale prosecuzione della precedente: Venezia domina sotto le plance, Diawara apparecchia per il canestro e fallo di Tim Bowers, è il massimo vantaggio dei padroni di casa: 27-16. Pesaro reagisce. Antwain Barbour, sopito nel primo quarto, guida un 6-0 ospite che costringe Mazzon a riordinare le idee con un minuto di sospensione. La second unit di Venezia stenta a produrre punti e la bomba di Ivan Zoroski è oro colato per il tabellino veneziano. Alvin Young sfonda la doppia cifra con il canestro del 33-25, mentre sul ribaltamento di fronte Rok Stipcevic trova per la prima volta la retina su azione. È ancora Barbour a ricucire lo strappo: prima con una tripla, poi con un gioco da tre punti dove posterizza Szewczyk e va in lunetta per il libero del -2 ospite. Venezia dà un ulteriore strappo toccando il +8, ma prima dell’intervallo lungo Amici e Stipcevic bucano in serie la difesa orogranata, fissando il punteggio sul 41-37.

L’avvio di ripresa è il festival degli orrori: Reyer e Vuelle fanno a gara a chi butta via più possessi. È ancora Barbour a trascinare Pesaro fino al -2, mancando poi la tripla del possibile sorpasso. Venezia non attacca più come prima, intestardendosi in tante, troppe iniziative personali ed estemporanee. Al primo accenno di circolazione di palla arriva la tripla di Szewczyk. Pesaro ripaga con la stessa moneta, ma è la bomba sui 24″ di Alvin Young a dare l’ennesima spallata al match: 49-44 Venezia. Il 37enne capitano lagunare firma il proprio punto numero 16 con il successivo 2/2 dalla lunetta, andando poi a perdere un pallone banalissimo che provoca il quarto fallo di Szewczyk. Mazzon serve la zona per il possesso finale dei marchigiani, prontamente punita dalla tripla di Daniele Cavaliero. È 54-49 all’ultimo intervallo.

L’ultimo quarto è l’ennesima battaglia che va in scena sul palcoscenico mestrino. Crosariol lo inaugura con un gioco da tre punti, Diawara gli risponde conquistandosi il 56-52 a spallate. Le condizioni precarie di Szymon Szewczyk spingono lo staff dei padroni di casa a concedere un ampio minutaggio a Daniele Magro, che ricambia con una caterva di rimbalzi. Alla fine saranno 11. Venezia preme nuovamente sull’acceleratore: Massimo Bulleri pesca Young appostato oltre l’arco, 65-56; Tarence Kinsey e Stipcevic ritoccano fino al 65-60; Venezia spreca malamente i 24″ del possesso successivo, Pesaro non ne approfitta. Kuba Diawara sbaglia un appoggio da sotto, ma strappa un rimbalzo animalesco e prende l’ascensore per il canestro con fallo che vale il +8 Reyer.

Finita? Tutt’altro.

Cavaliero sfida Sxewczyk, che è costretto a lasciarlo penetrare, Venezia spreca un’altra dose di 24″ e Stipcevic brucia la retina del Taliercio per il 68-65. Timeout Mazzon. Venezia usa tutto il cronometro a disposizione, ma la conclusione di Kee Kee Clark è rispedita al mittente da Crosariol, contropiede pesarese e -1. Szewczyk incoccia il ferro dalla distanza, e sul possesso difensivo seguente, va a commettere il suo quinto fallo su Cavaliero. O almeno così sembra a molti: la terna arbitrale commina lo sfondamento alla guardia ospite, scatenando le proteste della panchina pesarese che vede il proprio numero 5 tornare a sedersi con altrettanti falli. La beffa oltre al danno. Ultimi 40″: Young sbaglia, Diawara cattura il suo terzo rimbalzo offensivo del quarto e viene mandato in lunetta, 1/2. Ultimo possesso, forse: Diawara ferma fallosamente Stipcevic, che nella bolgia assordante del Taliercio fallisce il primo, volendolo segnare, e realizza il secondo volendolo sbagliare: 69-68. Pesaro manda in lunetta Young a meno di due secondi dalla sirena: 2/2 e preghiera finale degli ospiti che cade lontanissima dal cerchio.

È il settimo successo della Reyer nelle ultime otto giornate, un ruolino da prima della classe che la rilancia in piena zona playoff, a -4 dal quarto posto occupato da Cantù e Roma. Pesaro invece si vede raggiungere da Biella, e torna ad essere il fanalino di coda della Serie A in compagnia di Avellino e dei piemontesi.

Umana Venezia – Scavolini Banca Marche Pesaro 71 – 68 (22-16, 19-21, 13-12, 17-19)
Venezia: Clark 6, Bulleri 2, Diawara 19, Marconato NE, Zoroski 3, Szewczyk 3, Young 22, Bowers 3, Rosselli 5, Magro 6, Hubalek 2, Candussi NE. Allenatore: Mazzon.
Pesaro: Cavaliero 9, Stipcevic 15, Barbour 15, Thomas 0, Crosariol 19, Flamini 0, Mack 2, Bryan 2, Amici 2, Kinsey 4. Allenatore: Markovski.
Il tabellino completo.

Spettatori: 3506.
Arbitri: Filippini di San Lazzaro di Savena (BO), Mattioli di Pesaro, Terreni di Vicenza.

Il migliore: Yakhouba Diawara.
Il peggiore: Tarence Kinsey.

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