Hackett e compagni raccolgono i meritati applausi (Photo: CorrieredelloSport.it)

Hackett e compagni raccolgono i meritati applausi (Photo: CorrieredelloSport.it)

Scavolini Siviglia Pesaro

James White 7 Top scorer di giornata, e non è una novità. 6 assist vincenti, e anche questa, oramai è una piacevole conferma più che un dato inaspettato. Fisicamente non si vede opporre un corpo del suo livello, e può così contribuire in maniera decisiva a scavare il solco che, a metà gara, ha già promosso la Libertas.
Daniele Cavaliero 7 Jolly di giornata pescato da coach Dalmonte. Tanto dinamismo, tanta energia, e la pietra tombale sulla sirena dell’intervallo lungo. Nella metà campo difensiva non soffre mismatch fisici, ma più per demeriti avversari che per meriti propri.
Richard Hickman 6.5 15 silenziosi, con un plus minus di +21. C’è da ringraziare il foglio statistiche perché si riesca a cogliere l’importanza avuta nello svolgimento della partita.
Mirza Alibegovic NG
Matteo Cercolani NG
Marco Cusin 6.5 Approfitta della povertà offerta dal reparto lunghi avversario per mettere a referto 11 punti e 5 rimbalzi. Verrebbe da definirlo a tratti dominante, ma l’opposizione che trova, soprattutto a livello di chili e centimetri, è davvero scarsa.
Lorenzo Tortù NG
Simone Flamini 6 Non sfigura nei non pochi minuti concessigli da Luca Dalmonte, ed infila addirittura una delle due triple tentate, mandando in estasi la truppa di tifosi pesaresi presenti al Palaolimpico di Torino.
Daniel Hackett 6 Dirige con sagacia una batterie di realizzatori in serata di grazia. Si limita ad amministrare quando il solco è già scavato, e si concede il lusso ti ritrovare quel tiro dalla distanza che tanto lo sta facendo penare in campionato.
Tautvydas Lydeka 7 Prima di Cusin, è lui a banchettare nel pitturato orogranata, chiudendo a quota 11 dopo due soli quarti di gioco. Alza il piede dal pedale nella seconda metà di gara, conservando energie preziose.
Arminas Urbutis NG
Jumaine Jones 7 Micidiale. Non il miglior realizzatore della partita, ma indubbiamente il più decisivo. I colpi che stendono Venezia sono suoi, quelli che la finiscono, pure. 14 punti, 8 rimbalzi, 4 su 5 dall’arco, il tutto in 23 minuti di impiego. MVP della partita, di un soffio su White.

Umana Venezia

Keyden Clark 4 Ectoplasmatico nella prima metà di gara, quasi dannoso nella seconda. Non gli viene concesso uno sbocco che sia uno, né per le sue scorribande tra gli alberi, né per il tiro pesante. 1 su 7 dal campo, 3 perse e -14 di valutazione. Serata da dimenticare in fretta.
Marco Allegretti NG
Alberto Causin NG
Giovanni Tomassini NE
Tamar Slay 5 Ha l’attenuante del recente infortunio, ma anche di lui si ricorda ben poco di positivo. Dovrà ritrovare velocemente il ritmo partita se non vorrà che l’assenza di Fantoni diventi un handicap incolmabile.
Szymon Szewczyk 6 Chiude con -21 di plus minus, ma solo perché coach Mazzon capisce che è l’unico, con Bowers, a trovare il canestro con continuità, e lo tiene in campo finché non è tempo di alzare bandiera bianca. 17 e 8 il suo bottino finale.
Guido Meini 5.5 Più regia e più ordine di Clark, ma non i punti ed i cambi di ritmo che avrebbe dovuto garantire l’americano.
Alvin Young 5.5 Fosse una questione di cuore, sarebbe inevitabile elogiarlo. Purtroppo per lui, freschezza atletica e reattività hanno ancora una certa rilevanza nell’economia delle partite. Encomiabile nonostante tutto, quasi commovente.
Tim Bowers 6 Con il polacco è l’unico ad avere la mano calda. Tiene in linea di galleggiamento la Reyer con tutto il repertorio a sua disposizione, ma non può nulla quando dalla parte opposta le bocche da fuoco sono in netta superiorità numerica.
Guido Rosselli 4.5 Prima mossa a sorpresa di coach Mazzon, inserito nello starting five per il convalescente Slay, anche se in realtà si rivela un tentativo di allungare la panchina più che una mossa tattica. Impalpabile.
Daniele Magro 5.5 Mossa a sorpresa di Mazzon, inserito nel quintetto iniziale. Scelta romantica, ma che forse mette la partita sul binario sbagliato sin dalla palla a due. Troppo acerbo per il confronto. Avrà tempo e modo per rifarsi.
Sylvere Bryan 4 Lento e impacciato, non riesce a farsi valere nella metà campo difensiva, dove gli adriatici entrano da ogni pertugio. In attacco non ci si aspettava granché, e lui non si danna l’anima per disattendere le attese.