ACEA ROMA
TONOLLI 5,5 – difende forte su Jones, riuscendolo a limitare per gran parte del match. In attacco, però, non è altrettanto incisivo, rinunciando troppe volte al tiro. E una sua palla persa nei pressi del 40’ è davvero sanguinosa
MORDENTE 5,5 – dà ordine alla squadra di Lardo, ma il bottino in attacco (2 punti con 1/6 al tiro) è troppo esiguo per garantirgli la sufficienza
CROSARIOL 4,5IL PEGGIORE, se Roma ancora una volta si chiede perché non sia riuscita a fare la differenza un avversario dalle rotazioni limitate sotto canestro, la risposta è nella prestazione davvero anonima del lungo italiano, sempre più timido con il passare del tempo, tanto da passare l’intero overtime seduto in panchina
DEDOVIC 5 – non lesina generosità in campo, ma vi abbina una confusione che lo manda troppo spesso fuori giri. E troppo spesso non gli permette di compiere la scelta giusta in attacco. Se nei pressi del 40’ avesse aggredito il canestro invece di farsi stoppare da Jones come un bimbo del minibasket, la partita avrebbe preso una piega assai diversa
KAKIOUZIS 6,5 – prova a fare pentole e coperchi, vi riesce solo in parte. I suoi 19 punti sono oro colato per l’attacco romano, ma le percentuali (7/14) non raccontano un match impeccabile. E le due triple sbagliate nel supplementare pesano più di altri errori
GORDIC 6 – si accende e si spegne come un semaforo notturno, ma non dà continuità alla sua azione. Ha il merito di scuotere Roma dal torpore in cui era sprofondata nel terzo quarto, ma nel finale di gara guarda i compagni dalla panchina
MAESTRANZI 5 – male al tiro, così e così nella gestione del pallone. Ma è la sua difesa a lasciare sgomenti i tifosi della Virtus: nella ripresa non tiene mai Hickman, tanto che Lardo gli preferisce Mordente in cabina di regia nei momenti che contano davvero
TUCKER 5,5 – prova a dare il solito contributo, ci riesce solo in parte. A differenza di quanto fatto a Casale Monferrato, sbaglia il tiro della vittoria al 40’, ma è lui che ricuce le distanze nell’overtime. Salvo perdersi nelle ultime battute del match
SLOKAR 6 – le sue zampate sotto canestro fanno male a Pesaro, ma resta troppo tempo in panchina per via di un carico di falli già eccessivo nei primi 20’. Il ferro che lo beffa sulla sirena dei tempi regolamentari è il racconto migliore della partita (e della stagione) dell’Acea
MARCHETTI, DATOME e GORRIERI SENZA VOTO
COACH LARDO 5,5 – ancora una volta a Roma non riesce lo scatto di reni sulla linea del traguardo. Per la Virtus si tratta della quarta volata persa d’un soffio, segno che alla squadra e al suo coach manca qualcosa per rendere davvero vincente un progetto al momento intrigante solo sulla carta

SCAVOLINI SIVIGLIA PESARO
WHITE 6,5 – atletico come pochi altri giocatori della serie A, spesso si incaponisce nel tiro, chiudendo con un mediocre 8/17. Ma i suoi 22 punti sono manna dal cielo per Pesaro, tanto più in una gara dal punteggio basso. Con Hickman, è la chiave di volta a favore dei biancorossi
CAVALIERO 6 – più diligente che in altre occasioni, meno efficace al tiro (2/7) rispetto ad altre partite
HICKMAN 7IL MIGLIORE, ci mette 20’ per ingranare le marce alte. Poi, quando lo fa, agli avversari lascia solo la possibilità di vedere la sua targa, piazzando 16 punti (20 in totale) decisivi per la vittoria dei marchigiani
FLAMINI 6 – senza infamia e senza lode, utile soprattutto nella metà campo difensiva
HACKETT 5 – impalpabile, il play di Italbasket si fa notare soprattutto per un certo nervosismo, che lo porta a caricarsi presto di falli
LYDEKA 7 – passa 30’ a guardare la partita come uno spettatore non pagante, poi nell’ultimo quarto sale in cattedra e con i suoi punti (18, frutto di un ottimo 7/8 al tiro) punisce con continuità la difesa romana, incapace di difendere sul pick’n’roll avversario. Che, come un film visto e rivisto, si chiude inevitabilmente con un suo canestro
JONES 5,5
– appare svogliato, ma nel finale del match dà il meglio di sé. I 7 punti e il 3/9 al tiro in fondo non dicono poi molto della sua partita
TRAINI, ALIBEGOVIC e TORTÙ (ne) SENZA VOTO
COACH DALMONTE 6 – privo di Cusin e con una squadra troppo spesso confusionaria in campo, riesce a tornare a casa con un successo che può valere la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia. Un passo forse decisivo per costruire qualcosa di importante in futuro


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