Eyenga Christian (Foto R.Caruso 2015)

Christian Eyenga, ottimo debutto in maglia Auxilium (Foto R.Caruso 2015)

MANITAL AUXILIUM TORINO – ACQUA VITASNELLA CANTÙ 79-72 (26-12, 8-20, 21-19, 24-21)

TORINO – Con il nuovo innesto Christian Eyenga e con l’imminente ritorno di Jerome Dyson, Torino è chiamata a riscattare il brutto Ko subito a Venezia e a riprendere il cammino verso una sofferta salvezza. A rendere difficile il compito della compagine di coach Vitucci è l’Acqua Vitasnella Cantù, che cerca continuità di risultati per arrivare a raggiungere la zona playoff.

Prima novità di giornata è Mancinelli in panchina e Ebi in campo, quasi a legittimare le voci di questa settimana che raccontavano di un incontro in società tra l’ex di giornata e la dirigenza, in cui sono sarebbero stati messi in chiaro alcuni aspetti del rapporto. La mossa dà subito buoni frutti, perché Ebi parte subito forte sui due lati del campo e la lotta sotto i tabelloni premia Torino che vola nel primo quarto sul +14, costringendo Bazarevich a cambiare qualcosa e a mettere in campo una 2-3 per chiudere maggiormente l’area alle incursioni torinesi prima e le twin towers Fesenko-Wojciechowski poi. La seconda mossa pare quella redditizia, con gli ospiti che riducono lo svantaggio portandosi sul 28-23. Torino prova di nuovo l’allungo e con un ottimo White riesce a riportarsi sul +9. La difesa però concede troppo sugli esterni, Ukic e Abass ne approfittano e Cantù riaggancia Torino sul finale del secondo quarto, chiuso sul 34-32.

Nel secondo tempo la partita si fa più brutta e più fisica, con le due squadre che cercano di caricare di falli gli avversari e con i lunghi Fesenko e White che faticano a incidere e gli attacchi che aggiustano le percentuali al tiro e provano a trovare conclusioni più ad alta percentuale. La partita migliora nella seconda parte del terzo quarto, l’incertezza regala pathos agli spettatori e alle triple di Abass e dell’ex PMS Wojciechowski rispondono le iniziative di White e Kloof che con una tripla regala il 66-60 a 5 minuti dallo scadere. Cantù continua però a cercare e a trovare comode conclusioni dall’arco, con i padroni di casa che preferiscono difendere il pitturato, mentre dall’altra parte si cerca di attaccare il ferro e caricare di falli gli avversari. La fine è come spesso capita al PalaRuffini al cardiopalma e nemmeno l’aver condotto per 38 dei pimi 39 minuti basta per mettere al sicuro Torino.

Alla fine con le unghie e con i denti la squadra di Vitucci riesce a mantenere a distanza Cantù e a chiudere 79-72, anche grazie alla discutibile decisione di coach Bazarevich di tenere fuori Fesenko per gran parte del quarto quarto e rimettendolo in campo solo a 2 minuti dalla fine. Una vittoria che in casa Auxilium vale oro per la corsa alla salvezza e che costringe probabilmente Cantù a rinunciare alle velleità di playoff.