Keith Langford (Foto A. Bignami 2012)

UPS

 

Keith Langford (guardia/ala, EA7 Emporio Armani Milano): una delle poche note positive della stagione dell’EA7 è l’ex virtussino, spesso tra i migliori anche nelle (fin troppo numerose, viste le ambizioni) sconfitte biancorosse. La conferma nella gara di Pesaro che Langford, dopo 38’ a dir poco opachi, vince quasi da solo con gli ultimi 9 punti dei suoi segnati in meno di 2’ e valsi prima la rimonta dal -4 e poi il successo sulla sirena, con l’ennesima penetrazione conclusa sotto il naso di Crosariol. Grazie a lui respira l’Olimpia e respira Sergio Scariolo, comprensibilmente sulla graticola visti i problemi di gioco e risultati della sua squadra.

 

Tony Easley (Foto S. Madau 2012)

Tony Easley (centro, Dinamo Banco di Sardegna Sassari): in una partita in cui Sassari ha vinto facile su Reggio Emilia e quasi tutti i giocatori sardi sono andati a referto (doppia doppia per Travis Diener e Ignerski), è il lungo dell’Alabama a meritare una menzione speciale. Slim confeziona una prestazione in formato deluxe con 23 punti, 4 rimbalzi, 2 stoppate e un bel 32 di valutazione, impreziosita dal 9/9 al tiro. In sala stampa a fine match ringrazia ironicamente il DS Pasquini che lo ha fatto arrivare in Sardegna ai primi di agosto, oltre venti giorni prima degli altri, per lavorare con i preparatori atletici. Ma probabilmente la sua crescita tecnica è figlia anche di quel lavoro differenziato fatto durante l’estate.

 

Phil Goss (foto A. Bignami 2012)

Phil Goss (play/guardia, Acea Roma): dopo aver fatto cadere la capolista imbattuta Varese, l’Acea sbanca il caldo parquet di Avellino e vola in classifica raggiungendo la chebolletta Cantù nonostante budget e ambizioni ben diversi ad inizio stagione. Mattatore di questa impresa in terra campana è l’americano Goss, ormai da anni nel nostro paese (quinta stagione in Italia), che migliora ogni stagione in personalità e prestazioni. Il numero 5 di Roma è il top scorer del match contro la Sidigas con 21 punti in 32 minuti, 9 falli subiti, 5 rimbalzi per un ottimo 32 di valutazione finale e addirittura 21 di plus-minus.

 

(Foto di Francesco Malpensi)

Mike Green (foto F. Malpensi 2012)

Mike Green (playmaker, Cimberio Varese): la scorsa estate nella città giardino si storceva il naso considerando Green un giocatore da sistema avendo in mente la stagione vincente con Trinchieri a Cantù. Sciocchezze. Mike Green è un giocatore di basket e stop, anzi un signor giocatore che tanti a Cantù ancora rimpiangono, ed ha una capacità importante ovvero la capacità di attrarre falli come mosche e trasformare i liberi come ha fatto con Montegranaro. Una partita durata un tempo appena, in cui il play da Butler ha fatto percorso netto dalla lunetta con rimarchevole 10/10.

scottie reynolds foto di e.zito

Scottie Reynolds (foto E. Zito 2012)

Scottie Reynolds (play/guardia, Enel Brindisi): oltre a guidare impeccabilmente la squadra, prende per sé alcuni tiri importanti, che mette senza esitazioni, e smazza assist per i compagni un paio dei quali alley-oop per le affondate di Viggiano e Simmons. Lo score dice 12 punti con 4/6 al tiro e ben 12 spettacolari assist per i compagni, con solo 2 perse (e 3 recuperate), 4 rimbalzi e 29 di valutazione complessiva. Ma l’impatto sulla stagione dei pugliesi di questo playmaker, già rookie dell’anno in maglia Villanova University nella stagione 2006/07, supera nettamente il valore delle pur buone statistiche.

Marigney e Gay (foto Legadue)

Aget Nature Imola: seconda vittoria consecutiva per l’Aget. In molti sino a nove giorni fa avevano già preparato il funerale della formazione imolese, considerando il budget (il più basso della Legadue), le numerose sconfitte in serie (5 consecutive), la fuga di Zagorac, il potenziale lodo Whiting e i malcelati malumori nella tifoseria nei confronti dello staff tecnico e dei troppi finali persi al fotofinish. Come per incanto è bastato un episodio fortunoso contro Ferentino prima ed un ultimo periodo casalingo perfetto contro Brescia a risvegliare l’amore della gente dell’Andrea Costa, che a fine partita contro la Leonessa ha inneggiato a Foiera e compagni spingendoli negli ultimi minuti ad una vittoria che sino al 32’ pareva una chimera. Ora profilo basso ed avanti col derby infuocato contro la delusa Forlì, anche perché a fine mese scade il contratto del bomber Marigney e le insidie sono sempre dietro l’angolo.

Ryan Bucci

Ryan Bucci (guardia, Sigma Barcellona): la Sigma è probabilmente la squadra più carica di talento dell’intera Legadue, forte di un roster con ben quattro USA di origine (Green, Bell, Callahan e Sanders) ed una rotazione lunghissima. Tuttavia il protagonista di questa parte di stagione per i siciliani è sicuramente Bucci, che sta conquistando sempre più minuti ed importanza nei meccanismi di Perdichizzi. Bucci era già stato autore di una buona prova nella sconfitta di Trieste, ma nella vittoria casalinga contro la Fileni è stato assolutamente il migliore in campo, concludendo una prova da realizzatore di razza (24 punti con 5/6 da 2 e 4/6 da 3). Le medie stagionali parlano di 9.1 punti a partita ed un contributo sempre più importante alle fortune in una delle “big” del campionato, ancora alla ricerca di una sua identità.

DOWNS

Taquan Dean

Sidigas Avellino: gli arrivi (Hardy e Dean) sono nuovi ma i risultati rimangono sostanzialmente inalterati. Coach Tucci dichiara di essere a conoscenza della condizione di forma non ottimale di Hardy ancor prima che arrivasse; è un investimento che pagherà più in là. E’ la gestione del gioco a destare ancora preoccupazione: l’impressione che la buona vena dall’arco dei tre punti costituisca una discriminante decisiva per l’esito dell’incontro, ma, soprattutto, la generale gestione delle scelte in fase offensiva è stata definita “pessima” dal coach. Vero che buona parte del merito è da attribuire ad un avversario di valore indiscutibile qual è Roma, ma il potenziale offensivo dei singoli della Scandone può – e deve – dare indubbiamente molto di più.

Steven Smith (foto C. Sandrolini © 2012)

SAIE 3 Bologna: le Vu nere giungono al Taliercio contro una Reyer che si presenta nelle seguenti condizioni: mai vinto sul terreno amico nella stagione in corso, reduce da tre sconfitte consecutive, tifo organizzato in sciopero, solo circa 2700 presenti rispetto alla media nettamente più elevata, Eric Williams infortunato. Ebbene, contro un avversario ridotto in tali condizioni, la Virtus riesce a mettere a segno soli 51 punti, realizzando la miseria di soli 3 tiri nell’ultimo quarto in aggiunta a 7 palle perse, patendo particolarmente lo 0/9 del duo Minard-Smith. Con un avversario così, ghiotta l’occasione per l’azzurro Daniele Magro, sostituto di Williams, di risultare l’uomo chiave del successo oro-granata.

Delroy James (foto Legadue)

FMC Ferentino: la matricola ciociara era partita con i migliori presupposti all’avvio di questa stagione, dopo un cammino sontuoso lo scorso anno in DNA. Budget di rilievo, USA dal gran pedigree come Delroy James, ed un roster apparentemente fatto per raggiungere comodamente la zona playoff. Dopo un terzo di stagione, l’FMC si trova invece ad essere fanalino di coda della Legadue con soli due punti all’attivo, dopo l’ennesima pesante sconfitta subita stavolta per mano della Tezenis Verona. Ferentino dovrà probabilmente ringraziare la probabile scomparsa di Napoli, che annulla di fatto le retrocessioni in questa stagione, altrimenti sarebbe stata la principale candidata al ritorno in DNA.