Charlie Recalcati

L’orgoglio degli uomini di Recalcati fa la differenza in una gara tesa e combattuta

La Cimberio che non ti aspetti trionfa a Caserta mandando a referto dieci uomini, umiliando l’avversario nell’area colorata (saldo totale a rimbalzo di 37-24) e tirando con ottime percentuali sia da due che da tre. In un finale mozzafiato, gestito con troppa tensione e senza il faro di capitan Rannikko, ottimo in fase realizzativa, meno nella gestione dei falli, la fortuna gira nel verso amico e attesta la breccia prealpina su un ostico parquet.

Varese incappa nel tradizionale e sciagurato impatto di partita fuori casa: Caserta preme sull’acceleratore e tocca anche la doppia cifra di vantaggio (23-11). Sono in particolare il fuciliere Bell (miglior marcatore del match con ben 31 segnature) e il lungo Smith ad arricchire il bottino campano. Un Diawara da sette punti – senza errori – e sei rimbalzi tiene viva la Cimberio, conducendola sul meno sette della prima frazione di gioco.

Il dominio a rimbalzo offre alcuni secondi tiri a Varese; però l’efficacia difensiva resta una chimera. Un paio di minuti di basket spazzatura (quello che in NBA viene denominato garbage time), durante i quali gli arbitri dimenticano il fischietto e le compagini non segnano mai, si concludono con una schiacciata errata da Fajardo in versione ottuagenario. La Pepsi torna sul 35-25, quindi sfrutta un fallo tecnico di Kangur e il concomitante infortunio di Diawara – a causa di una botta al ginocchio – per portarsi fino al massimo vantaggio di quindici lunghezze. I guizzi di Reati, Rannikko e Ganeto, dettati più dall’orgoglio che dalla tecnica, consentono un lieve recupero: alla pausa lunga la Otto comanda 47-39.

La Cimberio di inizio ripresa, priva del primo attore Diawara, è comunque ordinata e volonterosa; purtroppo Bell è immarcabile: segna da ogni posizione e mantiniene la Juve sul più otto (55-47). Alcune pregevoli giocate, firmate da Fajardo e Kangur, permettono al quintetto di Recalcati di impattare sul 57 pari. Weeden e Stipcevic eccedono negli individualismi, Ganeto e Demartini fanno 1/2 dalla linea della carità: ne esce un momento no dal quale i bianconeri traggono il 63-60 dell’ultimo intervallo grazie a Stipanovic.

Varese non demorde e tocca il vantaggio sul 67-69: è Stipcevic il protagonista con un assist al bacio per Talts e un’entrata gagliarda. Collins e Bell rispondono prontamente con un break 5-0, campanello d’allarme che Recalcati prova saggiamente a metabolizzare con un time-out. La Cimberio contiuna a macinare punti e canestri, toccando il più sette e il più otto (75-83). La Otto rimane in partita con le triple dell’ex Righetti e si giova dell’uscita per cinque penalità di Weeden (invero sottotono) e di Rannikko (fosforo puro per la regia prealpina). La Cimberio sfiora il suicidio sportivo subendo quattro punti da Smith – il suo tiro da tre, destinato sul ferro, subisce un’inopinata interferenza di Ganeto e viene convalidato – e sbagliando due personali con Diawara, rientrato freddo dopo la lunga permanenza in panchina. Sul più uno (87-88) anche l’uomo di ghiaccio Kangur (autore di 23 punti e indiscusso MVP) trema ed erra il secondo libero. La dea bendata, però, questa volta sussurra Varese: un ottimo Talts recupera il pallone decisivo e la Cimberio sfata, dopo due decenni abbondanti, il tabù PalaMaggiò.

Un colpo di coda inaspettato e meritato, un piccolo passo in avanti per la lunga rincorsa ai play-off. Ora a Masnago non si dovrà più sbagliare, a prescindere dalle nobili contendenti: le sfide contro Bologna e Siena valgono un’intera stagione.


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