Kevin Durant (fonte: Layne Murdoch/NBAE via Getty Images)

Kevin Durant (fonte: Layne Murdoch/NBAE via Getty Images)

Come già ampiamente annunciato nelle nostre flash news dei giorni scorsi e pronosticato anche dalla nostra redazione, la NBA ha annunciato che l’MVP 2013-14 è Kevin Durant. E’ la prima volta assoluta per la stella dei Thunder, 4 volte giocatore del mese e 6 volte giocatore della settimana, che nel frattempo si è anche aggiudicato per la quarta volta la classifica marcatori, raggiungendo fenomeni del calibro di Jordan (10), Chamberlain (7), George Gervin (4) e Allen Iverson (4) come unici in grado di vincere in almeno 4 stagioni.

Un autentico trascinatore in una stagione vissuta con momenti di assoluto strapotere cestistico, KD – riuscendo a compensare l’assenza in 36 occasioni di Westbrook – ha condotto Oklahoma City a vincere ben 59 partite, ottenendo il 2° miglior record assoluto ad ovest, alle spalle degli Spurs. Nel 1° turno dei playoffs si è trovato costretto a soffrire più del previsto contro una squadra ostica come i Grizzlies e si è beccato anche qualche critica ingenerosa, a cui ha risposto sul campo nei momenti più caldi con una gara-7 di alto livello. La strada nella post-season non sarà priva di ulteriori difficoltà, come ha dimostrato gara-1 della semifinale di conference persa in casa contro i Clippers, ma intanto Durant vede riconosciuta la crescita del proprio status nell’elite NBA, già rinforzata da quando LeBron James – vincitore nelle due ultime edizioni – si era virtualmente arreso in anticipo nella corsa a questo premio. “Grande rispetto per lui, lo ha meritato. Ha disputato una stagione da MVP” aveva detto LBJ.

James ha finito comunque 2° con 891 punti, oltre 300 in meno di Durant (1232), ma davanti a Blake Griffin (434), Joakim Noah (322) e James Harden (85). Per KD, aiutano a sintetizzare ed esaltare la sua stagione alcuni numeri: massimo in carriera per punti, 32.0, e assist, 5.5, più 7.4 rimbalzi, 50.3% dal campo, 39.1% da tre, 87.3% ai tiri liberi (1° nella lega per liberi segnati, 703, e tentati, 805). Ha firmato due “cinquantelli”, in 14 occasioni ha segnato almeno 40 punti, mentre in 17 partite ha archiviato una doppia-doppia da almeno 30 punti e 10 rimbalzi. In più ha piazzato una striscia record di ben 41 partite con almeno 25 punti a referto, la più lunga dal 1986-87 quando Michael Jordan ci riuscì per 40 volte di fila, e la terza migliore di sempre in una singola stagione dietro a Chamberlain (80) e Robertson (46).

Fenomenale per quello che sa fare sul campo, è rarissimo vedere un giocatore di quella stazza fare così tante cose e canestri in così tanti modi, Durant è maturato ulteriormente in questa stagione, dimostrando progressi soprattutto in termini di visione di gioco in attacco e nella tenuta fisica in difesa. “E’ stato il più continuo di tutti durante la regular season” ha commentato Russell Westbrook. “Sa fare tutto. E’ impossibile trovare un altro elemento così alto in grado di giocare come lui ogni sera. Tira con fiducia da 9 metri o va a canestro e schiaccia sulla testa degli avversari, gioca in post o in punta. E’ un grande compagno di squadra ed un bravo ragazzo” è la descrizione, quantomai chiara, di Monty Williams, coach di New Orleans, uno dei tanti che ha studiato strategie per fermarlo. Invano.