A vederli uno a uno, durante il riscaldamento del torneo “Città di Cagliari” giocato a settembre, sembravano tutti usciti dai videogame. Schiacciate, balzi in area ripetuti e continui, passaggi no look. Bastava guardarli pochi minuti per capire l’impressionante potenziale dei singoli e le doti atletiche di ogni singolo giocatore della Dinamo Banco di Sardegna. 

Il contropiede di Jack Devecchi ha dato l'avvio al recupero della Dinamo (Foto Anteprima_SalvatoreMadau)

Jack Devecchi  (Foto Anteprima_SalvatoreMadau)

In molti quest’anno hanno pensato che Sassari fosse ancora più forte dell’anno scorso, e probabilmente lo è ancora. In questo giornale siamo stati anche fin troppo ottimisti, considerando la top 16 di Eurolega un obiettivo fattibile. La massima rassegna europa invece non è stata fin dall’inizio solo un rebus per Sassari, ma una definitiva débâcle una volta chiuso il girone d’andata con zero vittorie in cinque partite, precludendo ogni speranza di passaggio del turno.

La sconfitta in casa della Virtus Bologna, ultima in classifica e fino ad allora in striscia negativa con cinque sconfitte consecutive, ha dichiarato apertamente lo stato di crisi in casa Dinamo. “Ci sono giocatori senza sangue”, è stato il commento laconico di Meo Sacchetti. “Chi non ha la voglia e il rispetto necessario conosce gli aeroporti più vicini e i voli per tornare a casa, perché da oggi la tolleranza sarà pari a zero!” Ha sbottato il presidente Stefano Sardara, chiedendo scusa ai tifosi per la “vergognosa prestazione” della squadra. Squadra?

Marquez Haynes (Foto Savino Paolella)

Marquez Haynes (Foto Savino Paolella)

Proprio il concetto e il gioco di squadra è mancato in questi mesi. Da una parte, c’è da considerare che non è per niente facile amalgamare un collettivo dal potenziale devastante e distribuire armonia e sostanza all’interno di un roster quasi completamente rivoluzionato rispetto all’anno precedente.

Dall’altra, il periodo del rodaggio e delle attese si può dire pressoché concluso. Se le staffe le ha perse pure Meo Sacchetti, provando a sedare un furioso e colpevole Eyenga addirittura espulso durante le fasi più concitate dell’ultima partita persa contro le V nere, è inutile continuare a predicare pazienza. I giocatori che dovevano fare la differenza hanno deluso, Petway per primo. Eyenga, Varnado e Haynes a seguire. Le aspettative erano altissime perché i trascorsi e le qualità di questi giocatori non avrebbero fatto storcere il naso neanche ai più pessimisti. Invece la sconcertante prestazione vista a Bologna, lo scarso rendimento e i brutti atteggiamenti visti tra l’altro in più occasioni potrebbero portare la società sassarese a prendere più di un provvedimento. Il general manager Pasquini e il presidente Sardara sono da qualche giorno negli USA, probabilmente per riaprire il mercato. Petway potrebbe essere il primo a dover fare le valigie. Troppe le sue virgole a referto, troppo il suo disappunto isterico e troppo poco coinvolto nella chimica di squadra. Un corpo estraneo, quindi inutile. Dispiace, si è basiti anche a scrivere queste righe, davvero inaspettate. Eyenga si è dimostrato opaco, dimostrando a volte cose buone e altrettante volte commettendo degli errori da principiante. L’apporto di Varnado è ugualmente deludente. Anche lui si è visto troppo spesso nervoso e incostante. Un centro o presunto tale che non va a rimbalzo è inspiegabile, se non riesce a ricevere un pallone il discorso diventa più generale fino a comprendere gli altri reparti.

 e Sacchetti Brian (foto Alessio Brandolini 2014)

Sacchetti Brian (foto Alessio Brandolini 2014)

La Dinamo ha un play?

Haynes non sembra in grado di guidare la squadra. Fino ad ora assente, per lui qualche iniziativa bruciante ma isolata, quindi poco produttiva ai fini del gioco di squadra. Apparso spesso svogliato, il suo continuo scuotere la testa non ha dato grandi spinte ai compagni. Gli alti e bassi di Stipcevic sono meno evidenti ma almeno lui un po’ di cuore e di orgoglio ogni tanto lo mette. Logan resta il punto di riferimento e leader indiscusso, ma è fin troppo solo. Sta facendo un po’ di tutto: segna, prende rimbalzi, ruba palloni, si sbatte in difesa, sforna assist. Francamente non gli si può chiedere di più. Gli straordinari li stanno facendo anche gli italiani, Brian Sacchetti in primis, guadagnando sempre più minutaggio e fiducia dai compagni. Serve una scossa, al più presto, visto che perfino coach Sacchetti sembra aver rimescolato tutte le carte possibili, ammettendo in conferenza stampa di aver “ridato fiducia a certi elementi, ma non ho avuto risposte”.