Le franchigie hanno praticamente completato i loro roster, le firme dei free agent e gli scambi estivi hanno ormai definito la quasi totalità dello scenario della prossima stagione. Per questo, è giunto il momento su DailyBasket di riepilogare quanto accaduto e dare i nostri voti al mercato – che non necessariamente coincide col valore assoluto – delle 30 squadre NBA, per capire chi si è mosso meglio e chi ha destato le maggiori perplessità. Dopo l’Atlantic Division e la Pacific Division, è ora la volta della Southeast Division:

Non sarà una stagione facile per Jeff Teague

Atlanta Hawks
In estate gli Hawks hanno optato per una mezza rivoluzione. La trade principale è quella che ha visto la partenza di Joe Johnson verso Brooklyn in cambio praticamente di nulla (cinque “role player”, di cui uno, Farmar, già tagliato). L’elemento più interessante è forse Anthony Morrow, reduce però da una stagione negativa, che si giocherà il ruolo di ala piccola titolare con un altro nuovo arrivo, Kyle Korver, mortifero tiratore proveniente dai Bulls, a cui è invece tornato Kirk Hinrich. Cambio anche in cabina di regia: il titolare sarà probabilmente Devin Harris, da Utah, facendo sì che il positivo Jeff Teague, nonostante una buona annata in quintetto, veda drasticamente ridotti i suoi minuti, visto anche l’arrivo, oltre che del rookie Jenkins e dello specialista difensivo Stevenson, della combo guard Louis Williams, che potrebbe partire come guardia titolare oppure uscire dalla panchina nel suo abituale ruolo di sesto uomo. Il settore lunghi rimane quello forse più affidabile, con il rientro a pieno di regime di Horford, che affiancherà Josh Smith e Zaza Pachulia; come quarto lungo potrebbe rivelarsi utile Johan Petro, arrivato dai Nets. La sensazione è che questi Hawks siano una squadra forse più lunga di quella dello scorso anno, ma con ruoli male assortiti, meno qualità nel quintetto base e, forse, qualche incognita di troppo. Voto 5

Ben Gordon ha la possibilità di dare un nuovo slancio alla sua carriera a Charlotte

Charlotte Bobcats
Partendo dal presupposto che fare peggio dell’anno scorso non è facile, in estate i Bobcats non sembrano essersi mossi male, soprattutto considerando il loro modesto “raggio d’azione”: non avevano infatti pedine particolarmente succulente da scambiare e non sono proprio in cima alla lista delle destinazioni favorite dai free agents. Detto questo, appunto, è parso che i movimenti di mercato, ai quali va aggiunto l’arrivo dal draft della seconda scelta Michael Kidd-Gilchrist, abbiano avuto una direzione ben precisa: la dirigenza si è infatti sbarazzata di un mangiapalloni con reputazione di perdente come Corey Maggette e dell’altrettanto mangiapalloni D.J. Augustin, la cui partenza spalanca le porte del quintetto al promettente secondo anno Kemba Walker. Come suo backup è stato firmato l’affidabile Ramon Sessions, mentre l’altro “colpo grosso” del mercato è stato l’arrivo di Ben Gordon in cambio, appunto, di Maggette. L’ex Piston viene da due stagioni difficili, ma potrebbe rinascere a Charlotte, sia come sesto uomo di lusso, sia in quintetto, se Gerald Henderson non dovesse mantenere le promesse fatte durante la buona stagione passata. Infine, il terzo arrivo è quello di Brendan Haywood, amnistiato dai Mavs, un elemento di esperienza che coprirà le spalle al giovane Biyombo. Voto 6

Ray Allen e Rashard Lewis: binomio da favola per il mercato degli Heat

Miami Heat
“Pochi ma buoni”, così si potrebbero riassumere le scelte operate dalla dirigenza dei campioni in carica durante l’estate. Lasciato libero Ronny Turiaf, elemento comunque marginale della rotazione, gli unici due nuovi innesti sono niente meno che Ray Allen, la cui partenza da Boston per Miami è stata vista dai più come un tradimento, e Rashard Lewis, elemento di indubbio talento che avrà l’occasione di riscattarsi dopo annate non molto brillanti. Entrambi eccellono in un fondamentale che lo scorso anno è stato la lacuna maggiore degli Heat: il tiro da fuori. Allen partirà dalla panchina, per cambiare volto alle gare a suon di triple, mentre Lewis in alcune occasioni potrebbe anche partire come ala forte, con Bosh come centro. In ogni caso, due aggiunte del genere alla squadra campione in carica sono un lusso che pochi potevano immaginare. Voto 9

Jameer Nelson avrà poco da ridere quest’anno

Orlando Magic
Se gli Hawks hanno vissuto in estate una mezza rivoluzione, a Orlando lo stravolgimento è stato pressoché totale. Non si potrebbe infatti definire altrimenti la cessione dell’uomo franchigia, Dwight Howard, in un complesso affare a quattro squadre che ha visto arrivare ai Magic, come contropartita immediata, ben sette giocatori. Nessuno di questi è un campione, ma alcuni sono giocatori discreti che potranno dare una mano a rendere meno traumatico il passaggio da squadra da playoffs a squadra da lotteria. Arron Afflalo sarà probabilmente la guardia titolare, così come in quintetto partirà molto probabilmente il centro ex Sixers Nikola Vucevic, chiamato insieme a Glen Davis a occupare l’ingombrante “buco” lasciato da Howard. Per la panchina, il settore lunghi ha visto gli arrivi dell’esperto Al Harrington, dell’enigmatico Josh McRoberts e del sorprendente Gustavo Ayón. Infine, gli ultimi due giocatori arrivati nello scambio Howard sono Christian Eyenga, che, se non verrà tagliato, avrà un minutaggio assai ridotto, e il rookie Moe Harkless, rookie scelto dai Sixers al nº15, di cui però ancora non si capisce quanto impatto potrà avere. Al di fuori dell’affare dell’estate, l’unico altro movimento di mercato dei Magic è stato il rinnovo con Jameer Nelson, avvenuto però prima della rivoluzione del roster (sono stati ceduti anche Jason Richardson, Chris Duhon e Earl Clark, mentre Ryan Anderson è finito agli Hornets). Siamo certi che il buon Jameer non sia particolarmente contento di ciò che è successo dopo aver siglato il suo nuovo contratto; tuttavia, era evidente che Howard non poteva rimanere a Orlando. I Magic hanno fatto bene a scambiarlo, ma forse, dopo mesi di trattative, ci si sarebbe aspettati qualcosa di più come contropartita (anche perché Afflalo e Harrington prendono quasi 15 milioni all’anno in due, e hanno tre anni di contratto), anche se, bisogna dirlo, potenzialmente le prime scelte ottenute per i prossimi draft potrebbero rendere molto rapida la ricostruzione nella franchigia della Florida. Voto 6

Nené sarà il punto di riferimento dei Wizards sotto canestro

Washington Wizards
Stavolta sembra la volta buona. Dopo anni di anonimato, forse questo è l’anno giusto per uscire dal limbo, per i Wizards, che, dopo alcuni scambi importanti effettuati a stagione in corso (in primis l’arrivo di Nené), in estate si sono mossi saggiamente, soprattutto in “uscita”. Prima hanno mandato il pesantissimo contratto di Rashard Lewis agli Hornets (che l’hanno poi tagliato) e poi hanno amnistiato l’ala Andray Blatche, elemento tanto talentuoso quanto difficile da gestire. In cambio di Lewis, gli Hornets hanno mandato a Washington due giocatori esperti, affidabili e, soprattutto, “affamati” di riscatto quanto basta per poter lasciare il segno nella capitale: Emeka Okafor e Trevor Ariza, che probabilmente partiranno come centro (con Nené ala forte) e ala piccola titolari. A questi si aggiungono il confermato Cartier Martin e i free agent Martell Webster, discreto talento in grado di portare qualche punto dalla panchina, e A.J. Price, che farà probabilmente il terzo play alle spalle di Bradley Beal, interessante rookie in grado di ricoprire entrambi i ruoli del back-court. E se i tanti altri giovani (Wall, Crawford, Singleton, Vesely, Booker), dovessero crescere, i Wizards potrebbero avere un impatto paragonabile a quello dei T-Wolves della prima parte della scorsa stagione, perché la squadra è potenzialmente lunga e ben assortita. Voto 7