Per tutti il coast to coast è Harley Davidson, Route 66 e highways che si tuffano nell’orizzonte. Un viaggio magico, da Oceano a Oceano, attraverso tutti gli States.

Per gli amanti del basket, invece, il coast to coast (o coast 2 coast) è un particolare tipo di transizione offensiva, trascinante ed esaltante. Correre da “costa a costa” significa sprintare da una parte all’altra del parquet palla in mano, il più velocemente possibile e, se possibile, senza farsi fermare dalla difesa. L’espressione, propria del gergo cestistico, prima americano e poi mondiale, è tipica dello US slang, in cui i lati corti del campo vengono chiamati proprio “coste”.

Il C2C è innescato quasi sempre da un rimbalzo o da una palla rubata: situazioni che favoriscono una ripartenza veloce in campo aperto. Benché l’opportunità di segnare è molto più facile, affinché si possa parlare di coast to coast non è obbligatorio che il tutto si concluda con un canestro.

Nella pallacanestro odierna questo tipo di azione è sempre più frequente, anche perché nel corso degli anni sono state introdotte regole che limitano sempre di più lo “spazio di manovra” del difensore. Infatti, proprio come nel calcio, il fallo su un giocatore lanciato viene spesso considerato tattico. Dunque, è probabile che al difensore venga fischiato un fallo intenzionale, antisportivo.

Ecco un paio di esempi di illustri interpreti del coast to coast:

I precedenti appuntamenti di Catch this?:

“50-40-90 club”

Amoeba defense

Ankle breaker

Ball hog

B.E.E.F.

Box-and-one defense

Cherry picking

– Close out e Reggie Miller rule


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