I Minnesota Muskies furono fondati da un gruppo di uomini di affari di Minneapolis nella primavera del 1967, con il nome della franchigia derivante da un popolare pesce locale simile al luccio (il Muskellunge o Muskie). La squadra rispondeva agli ordini di Jim Pollard, ex compagno del commissioner Mikan ai Minneapolis Lakers e 4 volte campione NBA, e il roster messo ai suoi servizi era di tutto rispetto. La prima scelta al draft fu tale Mel Daniels, centro in uscita da New Mexico, scelto anche nella NBA dai Cincinnati Royals. Mel divenne subito un tassello importante della squadra sulle due metà campo grazie al suo atletismo e alla sua fame di competizione, fu il miglior realizzatore con 22.2 punti a partita (6° marcatore della lega) e migliore rimbalzista ABA con 15.8 di media, aggiudicandosi anche il primo trofeo di rookie dell’anno e rendendo i Muskies la miglior difesa della ABA . Al suo fianco ebbero un ruolo importante anche Donnie Freeman, guardia dall’University of Illinois dotata di enorme rapidità e dalle buone doti realizzative, che assieme all’ala Les Hunter detto “Big game”, 2° realizzatore (17.6 punti) e rimbalzista (9.8 rimbalzi) di squadra, spinsero i Muskies al 2° miglior record della lega con ben 50W-28L alle spalle solo dei Pipers. Al 1° turno di playoff la squadra di Pollard ebbe la meglio sui Colonels in 5 combattute partite, ma al turno seguente non ci fu nulla da fare contro Hawkins e i Pipers si imposero per 4-1. Nonostante il roster messo in piedi dalla proprietà fosse estremamente competitivo, il pubblico locale era poco interessato alle sorti del team, spesso non si passavano i 1000 spettatori al Metropolitan Sports Center e i Muskies nella prima stagione persero oltre 400mila dollari.
Non vedendo un futuro in queste difficili condizioni, la dirigenza decise di spostare il team in Florida, dove divennero noti come i Miami Floridians, giocando le sfide interne al Miami Beach Convention Center. Per cercare di ripianare i debiti fu messo sul mercato Daniels che venne però svenduto ai Pacers in uno dei peggiori accordi nella storia della ABA per appena 75mila dollari e una scelta al draft. Freeman prese in mano la squadra diventando il realizzatore e assistman di riferimento (22.1 e 6.4 a partita) e il posto di Daniels in mezzo all’area fu preso da Skip Thoren con 16.7 punti e 13.4 rimbalzi, giocatore visto anche alla Simmenthal Milano di coach Cesare Rubini nel ’65-66 con cui vinse la Coppa Campioni. Sempre ai dettami di Pollard la squadra ebbe ancora un record positivo (43W-35L), classificandosi al 2° posto ad est e con il vantaggio del fattore campo i Floridians riuscirono a vendicarsi dei Pipers campioni in carica in una appassionante serie conclusasi solo a gara-7, volando alle finali divisionali contro i Pacers dell’ex Daniels. La squadra di Pollard fu travolta per 4-1, fermandosi ancora una volta ad un passo dalle finali, ma il bilancio dell’anno fu complessivamente soddisfacente, il pubblico incrementò sensibilmente rispetto al vuoto totale nel Minnesota, ma rimase ancora piuttosto freddo, forse anche per la location abbastanza esterna alle zone più popolate di Miami. L’anno seguente si aprì con la firma della guardia Larry Cannon da La Salle, prospetto molto interessante e scelto anche dai Chicago Bulls, ma nonostante un Freeman a tratti dominante (27 punti, 5 rimbalzi e 4 assist di media) i Floridians non decollarono; Thoren si ruppe il ginocchio mettendo la parola fine alla sua giovane carriera professionistica e nemmeno dopo il licenziamento di Pollard e l’assunzione di Harold Blitman (in precedenza head coach di una piccola università del Pennsylvania) la situazione migliorò, anzi divenne ancor più tesa: si moltiplicarono i litigi in campo tra Blitman e Cannon ma anche tra Blitman e la proprietà, visto che molte trade vennero fatte all’oscuro dell’allenatore. Ben 22 giocatori furono messi a roster durante l’anno e la stagione negativa fu chiusa con sole 23W e ben 61L per l’ultimo posto in solitaria nella intera lega.
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Indice “DailyBasket Focus – ABA History”
Puntata 1 – La nascita e i primi passi
Puntata 2 – Tra difficoltà economiche e la fine delle ostilità
Puntata 3 – Pipers, dal successo all’anonimato (1^parte)
Puntata 4 – Pipers, dal successo all’anonimato (2^parte)
Puntata 5 – Buccaneers, i primi anni positivi a New Orleans (1^parte)
Puntata 6 – Buccaneers, l’addio alla Louisiana e l’approdo a Memphis (2^parte)
Puntata 7 – Buccaneers, dagli anni disastrosi dei Memphis Tams fino all’epilogo (3^parte)
Puntata 8 – Oaks, dall’ingaggio di Barry alla scoperta di Jabali fino all’abbandono della California (1^parte)
Puntata 9 – Oaks, gli anni dei Virginia Squires tra Charlie Scott, Julius Erving e George Gervin
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