Dopo aver parlato di un movimento caro ai lunghi, il drop-step, oggi ci rivolgiamo ai giocatori più dinamici, che fanno della penetrazione il loro punto di forza.

Questa puntata, difatti, è dedicata all’ Euro-step: una sorta di terzo tempo rallentato, durate il quale l’attaccante cambia direzione tra un balzo e l’altro, per far perdere equilibrio e momento di intervento al difensore avversario. E’, in sostanza, un passo laterale “esasperato”. Spesso e volentieri è portato rallentando, proprio perché la variazione di ritmo, oltre a quella di direzione, contribuisce a disorientare il marcatore.

“Il movimento è un’astuta maniera di distribuire i due passi che un giocatore può fare dopo aver terminato l’azione di palleggio, e si trova proprio al limite con l’infrazione di passi”: questa la definizione di Euro step data da Jonathan Abrams, giornalista del New York Times, che nel suo articolo “An N.B.A. move that crossed an Ocean” ripercorre la genesi di questa particolare giocata.

Nato in Europa (da lì il nome), l’Euro-step è stato portato in NBA dal lituano Šarūnas Marčiulionis: ex NBA (Golden State, Seatte Sacramento e Denver), compagno di squadra di Sabonis nell’ URRS e Hall of Famer.  

Tuttavia, c’è chi riconosce a Elgin Baylor la paternità del gesto. Sembra, infatti, che “Rabbit” lo eseguisse già negli anni Sessanta.

In tempi più recenti, l’Euro-step è stato rispolverato dal magico Manu Ginobili. Il fenomeno da Bahia Blanca,  con la sua infinita classe, ha ispirato (e per fortuna lo fa ancora) una folta schiera di giocatori, americani e non, che hanno deciso di aggiungere il “passo europeo” al proprio arsenale. Solo per fare qualche nome: Dwayne Wade, John Wall, Rajon Rondo e James Harden.

 

 

I precedenti appuntamenti di Catch this?:

“50-40-90 club”

Amoeba defense

Ankle breaker

Ball hog

B.E.E.F.

Box-and-one defense

Cherry picking

– Close out e Reggie Miller rule

C2C

Continuity & wheel offense

Crunch-time

Pump e double pump fake

– Dal finger roll al floater

drop-step


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