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Pranaz Talzunas: l’inventore dell’hook shot.

L’hook shot, ovvero il “gancio”, ha fatto la sua comparsa sui parquet nel 1937, grazie all’inventiva di Pranas Talzunas: cestista nato negli Stati Uniti che, per onorare l’origine lituana dei genitori, decise di rappresentare il Paese baltico. Questa non è l’unica versione della ‘genesi’ del gancio. C’è chi dice che a inventarlo sia stato Reece Goose Tatum, Harlem Globetrotter negli anni Quaranta, che, addirittura, non disdegnava il “no-look hook shot”: il tiro di gancio senza guardare il canestro.

Dopo averne visto le origini (presunte), cerchiamo di capire come si effettua un hook shot.
Per portare un gancio perfetto, si deve, prima di tutto, prendere posizione nei pressi del canestro, piazzandosi lateralmente rispetto al tabellone e creandosi spazio tra sé e il difensore utilizzando il braccio più vicino a quest’ultimo. A questo punto, si tira con la mano più lontana, che si piegherà solo quando il braccio è completamente steso e verticale, puntando il pallone verso il canestro e terminando la propria azione con la mano sopra la testa.

Questo nel caso di un gancio tradizionale.

Esistono, difatti, diversi tipi di gancio.
Lo sky hook, o “gancio cielo”, fu reso famoso da Kareem Abdul-Jabbar (si dice che il primo a utilizzarlo sia stato il già citato Tatum), leggendario centro dei Lakers, che cominciò a utilizzare un gancio con una parabola molto alta e accentuata (che, appunto,  toccava il cielo), quasi impossibile da contestare, soprattutto se si tiene conto che, nel caso di Jabbar, la conclusione partiva dai ben 218 centimetri del #33. Proprio con un gancio cielo (guarda te il destino) l’occhialuto Jabbar superò Wilt Chamberlain come primo realizzatore NBA di ogni epoca. Pat Riley, coach di quei Lakers, descrisse il gancio cielo come “La singola arma più devastante nella storia della pallacanestro”.

Magic Johnson, compagno di merende di Jabbar in maglia giallo-viola, usò una tecnica simile al “gancio cielo” (altezze meno esasperate e movimento più secco e rapido) nelle Finals del 1987. Lo stesso Magic, in segno di rispetto e ammirazione per il compagno, denominò il suo tiro “baby hook”.

Negli ultimi anni, il tipo di gancio più utilizzato è il “jump hook. A differenza del gancio cielo, il jump hook è portato saltando su entrambi i piedi, con un rilascio della palla rapido e immediato, anche perché la conclusione non parte dalle altezze del gancio cielo.
Nell’NBA moderna, sempre più fisica e atletica, il jump hook è diventato fondamentale, proprio perché permette di rubare il tempo ai lunghi avversari, sfuggendo ai tentativi di stoppata. Non a caso, anche per Hakeem Olajuwon, che gioco in post ne sa qualcosa, il jump hook “is a necessary shot that every center should have”.

I precedenti appuntamenti di Catch this?:

“50-40-90 club”

Amoeba defense

Ankle breaker

Ball hog

B.E.E.F.

Box-and-one defense

Cherry picking

– Close out e Reggie Miller rule

C2C

Continuity & wheel offense

Crunch-time

Pump e double pump fake

– Dal finger roll al floater

drop-step

Euro-step


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