Vietato farsi traviare dal suono spagnoleggiante. Non c’entrano Guardiola, Messi e il possesso palla tutto tocchetti e passettini del Barcellona. Anche perché qui si parla di basket.
Ticky-tacky foul non è altro che il modo in cui gli americani chiamano un fallo particolarmente stupido e per nulla necessario. Ticky, in questo caso, può essere tradotto come “particolare”, “degno di nota” (da tick+y), mentre tacky signfica “pacchiano”, “di gusto discutibile”. Insomma, tirando le fila di questa divagazione linguisica, un fallo “particolarmente pacchiano”.
L’espressione, di chiare origini slang, non serve solo per indicare una fallo inutile e senza senso.
Ticky-tacky è anche un fallo talmente leggero e irrilevante da non riuscire a interrompere e influenzare in alcun modo il movimento dell’avversario (spesso porterà a un canestro+ fallo).
Può essere, inoltre, l’aggettivo appropriato per tutte quelle violazioni figlie del nervosismo. In questo caso, la linea che divide ticky-tacky da flagrant si fa molto più labile.
Ma anche un buon modo per far riferimento a tutti i falli palesi e lampanti che si susseguono in un finale di partita punto a punto, in cui si cerca di spezzare il gioco o mandare volutamente gli avversari in lunetta. Ancora Shaq protagonista, questa volta come “vittima”.
In realtà, nella maggior parte dei casi, si inneggia al ticky-tacky foul per lamentarsi di una decisione arbitrale. Il ticky-tacky foul, difatti, è, soprattutto, uno svarione arbitrale: un fischio incomprensibile o del tutto immotivato (vale per tutti gli sport).
I precedenti appuntamenti di Catch this?:
– Ball hog
– B.E.E.F.
– Close out e Reggie Miller rule
– C2C
– l’hook shot e ‘i suoi figli’
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